È stato finalmente pubblicato l’atteso avviso pubblico collegato ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, ma l’entusiasmo di alcuni contrasta con l’amarezza di molti: numerose associazioni culturali agrigentine resteranno escluse, nonostante siano da anni protagoniste attive del panorama cittadino.
Il motivo è semplice quanto grave: tra i requisiti per partecipare, il bando impone l’obbligo di iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). Un vincolo che taglia fuori la maggior parte delle associazioni che si occupano di spettacoli, produzioni artistiche, iniziative culturali e attività perfettamente in linea con lo spirito e la missione della Capitale della Cultura.
Va chiarito che l’iscrizione al RUNTS non è obbligatoria per legge per tutte le associazioni. È richiesta esclusivamente per gli Enti del Terzo Settore (ETS) – come le APS, ODV, cooperative sociali e ONLUS – che desiderano usufruire dei benefici previsti dalla riforma del Terzo Settore: agevolazioni fiscali, rapporti privilegiati con la pubblica amministrazione, e semplificazioni burocratiche. Per tutte le altre associazioni, tra cui la stragrande maggioranza di quelle che operano nel settore culturale a titolo non commerciale, l’iscrizione è facoltativa e spesso non ritenuta necessaria.
Ciononostante, il bando(AVVISO) la pretende come requisito imprescindibile, trasformando una scelta facoltativa in una barriera d’accesso. E così, resteranno fuori proprio quelle associazioni che, più di tutte, avrebbero dovuto essere coinvolte, perché da anni promuovono cultura, eventi, rassegne e produzioni con dedizione e passione, spesso in silenzio e con mezzi limitati.
Secondo quanto trapela, l’avviso sarebbe stato scritto direttamente da Danilo Dominici, ex responsabile della cabina di regia regionale per Agrigento 2025, recentemente rimosso dal Gabinetto del presidente Schifani. Il Comune di Agrigento si sarebbe limitato a ratificare e pubblicare il bando, rinunciando ancora una volta a ogni forma di autonomia e diventando semplice passacarte di decisioni calate dall’alto. Una resa istituzionale che lede non solo l’autonomia statutaria dell’ente, ma anche la dignità delle realtà culturali cittadine, costrette ad assistere – ancora una volta – a un’occasione persa.
A rendere ancora più delicato il contesto, si aggiunge la notizia della rimozione di Danilo Dominici dal Gabinetto del presidente Schifani, ufficialmente motivata dalla pubblicazione di alcuni post ritenuti inappropriati. Tuttavia, in ambienti politici e istituzionali circolano indiscrezioni secondo cui alla base dell’allontanamento vi sarebbero ragioni più complesse, non confermate, legate alla gestione amministrativa e alla trasparenza dei fondi proprio di Agrigento Città della Cultura 2025. In attesa di eventuali chiarimenti ufficiali, ciò che appare evidente è che la macchina organizzativa di Agrigento Capitale della Cultura si muove in un clima di crescente opacità, con decisioni prese lontano dalla città e una partecipazione reale delle associazioni locali sempre più marginale.
In questo contesto, appare evidente che l’inserimento dell’iscrizione al RUNTS come vincolo obbligatorio non è una scelta neutra o tecnica, ma un filtro politico, costruito per restringere il campo. Il risultato è che la Capitale della Cultura si sta facendo senza Agrigento e senza quelle associazioni che la cultura la fanno da sempre, sul campo.
Si sarebbe potuto costruire un avviso inclusivo, che riconoscesse la pluralità delle forme associative locali. Si è invece preferito seguire la strada dell’esclusione, del controllo e della selezione mirata. In altre parole, si è trasformata un’opportunità storica in un recinto per pochi.
Agrigento – e la sua vera cultura – restano, ancora una volta, dietro la vetrina, con il Sindaco che in tutto questo non si sa che ruolo ha avuto!

