Dovevano essere tre le opere previste, ma il progetto subisce l’ennesimo ridimensionamento. Intanto la città aspetta.
Il progetto artistico “Il rifiuto oggetto di creazione artistica” dell’artista Edoardo Malagigi, inizialmente pensato con tre installazioni in Tetrapak dislocate in vari punti strategici della cittàSito Agrigento malagigi, si riduce a due opere. L’ennesimo taglio a un programma che, secondo gli impegni assunti con il Ministero della Cultura, doveva essere realizzato per intero e nei tempi previsti.
A comunicarlo è stato l’architetto Giuseppe Parello, direttore generale della Fondazione Agrigento 2025:
“Tutto è stato rinviato al 20 settembre, le installazioni saranno soltanto due e non tre come precedentemente previsto nel programma. Nel dossier era prevista una sola installazione, ma poi si è pensato di estenderle a tre. La spesa complessiva è stata comunque ridotta: 70.954 euro IVA compresa anziché 78.700 Euro Iva compresa come da previsione”.
Le due installazioni saranno collocate in Piazza Municipio e in Piazza Stazione, mentre la terza, prevista in Piazza Ravanusella, è stata cancellata.
Nel programma pubblico sul sito ufficiale della Fondazione, infatti, si fa esplicito riferimento a tre opere site-specific:
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“Tempio di Tetrapak”, tre colonne ispirate al Tempio della Concordia
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“End Game”, un grande Pinocchio antimilitarista in plastica riciclata
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“Siamo Tutti Migranti”, una sfera di tre metri realizzata con legni provenienti da relitti di barche migranti
L’opera è stata affidata alla ditta R3direct Srls di Capannori (Lucca), tramite determina dirigenziale n. 626 del 4 luglio 2025 Determina+Dirigenziale+2025-626, emanata dal Parco Archeologico della Valle dei Templi, stazione appaltante per conto della Fondazione. L’atto specifica che il pagamento potrà avvenire solo dopo la presentazione di una dettagliata rendicontazione delle spese sostenute.
Ancora una volta, ciò che doveva essere pianificato e completato nei tempi stabiliti viene rinviato, modificato e ridotto. Una gestione che somiglia sempre più a quella di una sagra rionale improvvisata, piuttosto che a un programma strutturato da Capitale Italiana della Cultura.
Eppure, le opere di Malagigi erano parte integrante del dossier ufficiale di candidatura, con precise indicazioni su tempi, luoghi e obiettivi. Dovevano essere realizzate tra marzo e maggio, e non a ridosso dell’autunno. Ma la macchina organizzativa sembra muoversi in ritardo cronico, come se si potesse improvvisare un evento di tale portata con leggerezza e superficialità.
Edoardo Malagigi è un artista riconosciuto a livello internazionale. Le sue opere sono state esposte in contesti prestigiosi come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il Centro Pecci di Prato, e in mostre internazionali a Tokyo, Berlino, Kabul, Firenze, Bucarest, Lisbona e Pechino.
Il sindaco e la governance politica del progetto continuano a sottovalutare l’importanza di rispettare quanto promesso, dimostrando ancora una volta di non avere piena consapevolezza della responsabilità che comporta essere Capitale della Cultura.
Nel frattempo, la città guarda, attende e si interroga.

