A Canicattì c’è parecchia gente inca…volata questa mattina. Tutta colpa di Antonio Di Pietro, storico pm dell’epopea di Mani Pulite nel 1992, poi politico di livello nazionale il quale, dalle colonne del Corriere della Sera ha fornito una propria chiave di lettura sullo scandalo in corso a Milano. Ovvero il terremoto politico giudiziario su un presunto giro di tangenti e favori nel ramo urbanistico del capoluogo lombardo, con tanto di avvisi di garanzia dal sindaco Sala a scendere, fino alle dimissioni di un assessore top. Bene, ma che c’entra Canicattì con Milano? Ce lo “spiega” Di Pietro, intervenendo su una presunta nuova tangentopoli in salsa meneghina: “Mica puoi affidare certi progetti al geometra di Canicattì”? Queste poche parole non sono ovviamente piaciute nella città dell’Uva Italia, sollevando una serie di prese di posizione soprattutto i social. Tra le tante quella del giornalista vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona che di Canicattì è figlio orgoglioso. Scrive sul social: “Caro Antonio Di Pietro il geometra di Canicattì avrebbe fatto centomila volte meglio. Garantito. E certamente avrebbe avuto una delicatezza maggiore dell’ex magistrato di Montenero di Bisaccia”. Chiaro e sintetico, da giornalista di primo piano, Marchese Ragona difende non solo il fantomatico “geometra”, ma l’intera comunità.

Una pessima “abitudine” di molti vip …

Canicattì nel corso degli anni è stata spesso citata a vanvera da molti illustri personaggi della politica, dello sport, della cultura. Citazioni spesso al ribasso, quasi a voler evidenziare la perifericità della località, rispetto alle macroquestioni. Si ricorda tra i tanti l’allenatore di calcio Giovanni Trapattoni, ma altri si possono aggiungere alla lista. A Canicattì ci sono bravissimi geometri, ma anche in altri campi c’è “tanta roba”. Magari la prossima volta Di Pietro e chissà chi ci penseranno due volte prima di lanciarsi in similitudini poco gradite a chi si ritiene adeguato, sotto tutti i punti di vista. Anche a dispetto della perifericità geografica e delle indubbie difficoltà socio economiche. 

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