AGRIGENTO – Nonostante le inchieste giudiziarie, le condanne e gli allarmi dell’ANAC, il Comune di Agrigento continua imperterrito a bandire gare con procedura negoziata senza bando, ovvero gare ad invito.

È il caso della recente gara per la realizzazione di un collettore fognario a valle del “Super Condominio Gaia”, per un importo complessivo di 198.277,96 euro oltre IVA.
Secondo la determinazione dirigenziale n. 2156 del 17 luglio 2025Determina+Dirigenziale+2025-2156, l’appalto è gestito dal Settore VI – Lavori Pubblici. RUP è l’architetto Assunta Zuppardo, Direttore dei Lavori è il geom. Gerlando Dalli Cardillo, progettista l’ing. Alberto Avenia(che di fatto dall’arresto del super Dirigente DI GIOVANNI ha preso il suo posto anche nei rapporto con il deputato di riferimento), dirigente ad interim dello stesso settore.
Il Comune ha stabilito che l’affidamento non avverrà tramite bando pubblico, ma con inviti a imprese selezionate, ai sensi dell’art. 50 del D.lgs. 36/2023.
Il precedente che pesa
La prassi delle gare ad invito non è nuova ad Agrigento. Anzi, è stata al centro di un’indagine della Procura che ha coinvolto Gaetano Di Giovanni, dipendente del Comune di Agrigento addetto al Servizio Gare e Appalti del Settore VI, arrestato con l’accusa di aver anche manipolato il sistema di inviti su MEPA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione).
È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, dove si legge:
«Gaetano Di Giovanni, nella qualità di dipendente del Comune di Agrigento addetto al Servizio Gare e Appalti del Settore VI, con funzioni connesse alla predisposizione e gestione delle procedure di affidamento, ha posto in essere una serie di condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento delle gare tramite il MEPA, scegliendo direttamente i soggetti da invitare e concordando preventivamente l’esito delle procedure.»
Nonostante questo precedente gravissimo, l’amministrazione Miccichè, in carica dal 2020, non ha mai indetto una gara pubblica di rilievo, limitandosi a gare ad invito o affidamenti diretti, lasciando ampio margine alla discrezionalità degli uffici.
Silenzi istituzionali e professionali
A colpire è il silenzio degli Ordini professionali, delle associazioni di categoria, ma anche dei consiglieri comunali. Nessuno interviene, nessuno denuncia. Eppure, è proprio nella fase di affidamento degli appalti che si misura la legalità della macchina amministrativa.
Con milioni di euro a disposizione, anche per interventi legati ad Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, l’assenza di gare aperte e trasparenti solleva più di un sospetto sull’equità del sistema.
Non è il “cosa”, ma il “come”
Le norme permettono, entro certi limiti, il ricorso a procedure negoziate. Ma il nuovo Codice degli Appalti raccomanda massima pubblicità e trasparenza, soprattutto in amministrazioni già colpite da scandali.
La domanda è quindi inevitabile: perché ad Agrigento si preferisce ancora oggi lo strumento che in passato ha favorito pratiche illecite?
Forse perché la filiera – progettazione, direzione lavori e affidamenti – è gestita da un ristretto gruppo di tecnici interni, senza alcuna rotazione né apertura all’esterno?
La gara per il collettore fognario del “Super Condominio Gaia” è solo l’ultimo esempio di una gestione opaca e autoreferenziale.
Una città che affoga tra fogne a cielo aperto, strade dissestate e una rete idrica inadeguata merita trasparenza, legalità e opportunità, non il perpetuarsi di un sistema che ha già prodotto condanne.
Agrigento non può essere Capitale della Cultura se resta capitale degli appalti a porte chiuse.
Chi ha il dovere di vigilare, parli. Chi ha il dovere di agire, lo faccia.

