Luglio 24, 2025
Dall’aula consiliare il capo dell’ufficio tecnico Salvatore Gambino e il segretario comunale Vito Antonio Bonanno ricostruiscono una gestione irregolare degli appalti del 2020. Martello assente, ANAC conferma le violazioni, la Prefettura aveva stanziato un milione di euro sei mesi dopo l’esecuzione dei presunti appalti irregolari e gli atti finiscono in Procura; 423mila euro di debito fuori bilancio.
Nel consiglio comunale del 23 luglio 2025, a Lampedusa, si è discusso e approvato un riconoscimento di debito fuori bilancio di oltre 423 mila euro. Un debito che affonda le sue radici nel 2020, durante l’amministrazione dell’allora sindaco Totò Martello, oggi consigliere di minoranza e capo dell’opposizione. Ma proprio lui, il principale chiamato in causa, era assente in aula.
Una coincidenza? Una fuga strategica? Un atto di disinteresse politico? Di certo, un’assenza che ha fatto rumore.
Il debito deriva da due affidamenti diretti alla ditta SEAP: uno per lo smaltimento di relitti di barche di migranti bruciati dopo due incendi, l’altro per la rimozione delle imbarcazioni lasciate in porto e danneggiate da una violenta mareggiata nel novembre 2020. Entrambi gli interventi furono ordinati dalla precedente amministrazione senza le procedure previste dalla legge, superando di gran lunga le soglie oltre le quali la legge impone l’obbligo di gara pubblica.
Affidamenti creativi e regole dimenticate
A illustrare la gravità della vicenda ci hanno pensato l’ingegnere Salvatore Gambino, capo dell’ufficio tecnico, e il segretario comunale Vito Antonio Bonanno. Le irregolarità sono numerose: niente gara, nessuna consultazione di altri operatori, assenza del CIG (codice identificativo di gara), zero verifiche sui prezzi, nessun contratto, nessuna copertura, pagamenti effettuati senza controlli sull’esecuzione.
Gambino ha ricordato che l’urgenza non giustifica l’illegalità: il Codice dei contratti pubblici prevede procedure rapide, ma sempre legittime. “Si poteva procedere con procedura negoziata, o con somma urgenza, ma sempre nel rispetto delle norme”, ha detto. Invece si è scelto l’affidamento diretto, fuori norma e senza copertura finanziaria.
La Prefettura ha stanziato un milione di euro, ma chi controlla davvero?
Secondo la dichiarazione di voto della maggioranza, solo nel settembre 2021 – sei mesi dopo l’esecuzione dei lavori – l’allora amministrazione Martello chiese alla Prefettura di Agrigento un contributo. La richiesta arrivò due mesi dopo gli incendi e un mese dopo l’affidamento dell’appalto e la Prefettura ha stanziato circa un milione di euro in due tranche da 500 mila euro ciascuna, rispondendo a una richiesta tardiva dell’amministrazione. Fondi che oggi evitano che il debito ricada sui cittadini. Resta aperta però la domanda: la Prefettura ha verificato a fondo quella documentazione?
Il consigliere Attilio Lucia: “Martello doveva essere qui”
Lo aspettava al varco, invano. Il consigliere Attilio Lucia ha denunciato con forza l’assenza del principale responsabile politico: “Ci saremmo aspettati che oggi fosse qui a chiarire come e perché nel 2020 si è agito in questo modo. Le conseguenze di quelle scelte oggi ricadono sull’intera comunità e su questa amministrazione”.
Poi ha chiesto all’ing. Gambino se l’intervento potesse essere fatto in modo regolare. La risposta dell’ufficio tecnico è stata netta: sì, si poteva, anzi si doveva.
ANAC, antimafia e un Comune sotto osservazione
Il segretario generale Bonanno ha ricordato che l’ Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha confermato le illegittimità segnalate e ha richiamato il Comune al rispetto delle norme. Tre i punti più critici:
- assenza del CIG, strumento chiave per la tracciabilità dei flussi finanziari, fondamentale in chiave antimafia;
- sostituzione delle funzioni amministrative da parte della politica;
- affidamenti senza contratto senza copertura ed effettuato pagamenti delle fatture senza previo riconoscimento del debito fuori bilancio e senza detrarre l’utile di impresa.
Bonanno ha annunciato che gli atti saranno trasmessi alla Corte dei Conti e, su richiesta dei consiglieri di maggioranza, anche alla Procura della Repubblica.
La dichiarazione della maggioranza: “un mostro creato dalla politica”
Il gruppo di maggioranza “L’Alternativa c’è” ha approvato la delibera con una lunga dichiarazione che non risparmia critiche all’amministrazione Martello. La consigliera Casano legge: “Questa non è una vicenda politica. È una vicenda amministrativa creata da politici che si sono ingeriti nella gestione, generando un mostro, grazie anche all’incompetenza dei soggetti preposti al vertice degli uffici comunali” (Di Malta, Maraventano ndr), già coinvolti in un’altra inchiesta giudiziaria insieme a Martello per una presunta associazione a delinquere e altri reati contro la Pubblica Amministrazione.
Si leggono parole forti nella dichiarazione di voto della maggioranza: “Gli uffici non hanno acquisito il CIG, in totale disapplicazione delle norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari, con buona pace degli insegnamenti del Giudice Falcone e dell’importanza di seguire i flussi finanziari per smantellare eventuali organizzazioni criminali e individuare le infiltrazioni mafiose nell’economia legale”.
Il Consiglio vota, il passato non si presenta
Il riconoscimento del debito è passato con voto unanime da parte dei consiglieri presenti. In aula, per la minoranza, era presente solo la consigliera Giammona. Assenti invece la consigliera Guaragno, che ha risposto presente all’appello salvo poi uscire dall’aula, e i consiglieri D’Agostino e Palmisano per la maggioranza; Prestipino, che all’epoca dei fatti era anche vicesindaco e risulta coinvolto insieme al capo dell’opposizione e ai due tecnici comunali nell‘inchiesta per la presunta associazione a delinquere e altri reati contro la Pubblica amministrazione, e soprattutto Totò Martello.
Il contributo straordinario della Prefettura, permetterà che il debito non graverà direttamente sulle tasche dei cittadini. Ma il nodo politico resta: chi ha firmato le ordinanze e guidato la macchina amministrativa nel 2020 non si è assunto pubblicamente la responsabilità di spiegare ai cittadini e ai consiglieri la propria versione dei fatti.
Martello non si è visto in aula. Nessun comunicato, nessuna uscita pubblica, nessuna parola. Lo abbiamo cercato: una telefonata. Nessuna risposta. Zero. Poi magari dirà che nessuno gli ha dato spazio.
Zone grigie dietro l’emergenzialismo
Il Comune pagherà il debito, i consiglieri hanno votato. Soldi pubblici e molte zone grigie dietro l’emergenzialismo, saranno le autorità giudiziarie ad accertare i fatti e a pronunciarsi sui possibili reati. Ma la questione di opportunità? La fiducia dei cittadini? Il rispetto della legalità? La trasparenza? Tutto questo non può restare perennemente in sospeso. In un’isola dove tutto è già difficile, la politica continua a rendere tutto più opaco.

