AGRIGENTO – Per cinque anni la città ha vissuto nell’anarchia delle regole. Verande abusive, occupazioni di suolo pubblico senza concessione, dehors cresciuti come funghi, tende permanenti, strutture fisse in pieno centro, addirittura sulle terrazze di via Atenea. Tutto tollerato, tutto lasciato fare. Un sistema di lassismo complice, agevolato da un’amministrazione che non ha mai voluto intervenire.
Oggi, a 8 mesi dalle elezioni, parte l’“operazione legalità”. Si misurano marciapiedi con il metro, si contano i centimetri occupati, si inviano in 9 tra tecnici e agenti a controllare dove per anni nessuno ha mai messo piede. Sembra l’inizio di una bonifica. Ma il tempismo non sfugge a nessuno: è già campagna elettorale.
Un metodo assodato: prima il caos, poi il ricatto mascherato da legalità
È un metodo ormai sperimentato: si lascia che tutto diventi irregolare, poi si interviene all’improvviso, restringendo lo spazio operativo di commercianti e imprenditori, per tenerli sotto pressione e gestirli nella fase del voto. Il commerciante diventa vulnerabile, ricattabile, tenuto sotto scacco dalla minaccia di controlli, chiusure, multe.
E l’amministrazione? Ha dato il cattivo esempio
Ma chi governa non può tirarsi fuori. L’attuale amministrazione ha contribuito direttamente al “liberi tutti”. Il caso più eclatante? La costruzione dell’asilo alla Villa del Sole.
Una villa storica, demolita senza rispetto dei vincoli paesaggistici e senza autorizzazioni valide, in piena zona tutelata. Una distruzione documentatamente abusiva, alla quale l’amministrazione non solo non si è opposta, ma ha partecipato attivamente, promuovendo un progetto in contrasto con la legge e con i pareri della Soprintendenza.
In quella vicenda – ancora aperta – è passata l’idea gravissima che chi amministra può permettersi di sfidare apertamente le istituzioni, operando al di fuori di ogni regola. E questo mentre oggi si pretende rigore millimetrico dai commercianti per una fioriera o una pedana.
Legalità non può essere uno strumento di potere
La legalità non può essere a intermittenza. Non può essere rigida coi deboli e flessibile coi potenti. Non può servire a costruire il consenso, a punire i nemici, a premiare gli amici. Deve essere un principio stabile, applicato con coerenza e responsabilità.
Questa amministrazione ha alimentato il caos. E adesso vorrebbe presentarsi come restauratrice dell’ordine. Ma i cittadini non dimenticano.
Agrigento merita legalità vera, non messinscene pre-elettorali.


