Il clima politico a Palermo si fa incandescente. A scuoterlo, questa volta, è Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati, che rompe apertamente con il sindaco Roberto Lagalla, firmando una delle critiche più dure mai rivolte all’attuale amministrazione.
«Il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Altro che riconferma, serve costruire un’alternativa credibile», tuona Romano, aprendo una frattura insanabile con il primo cittadino.
Una rottura senza appello
Le parole di Romano non sono semplici considerazioni politiche, ma una vera e propria presa di distanza definitiva.
«Apprendo con ‘sollievo’ – ironizza – che il sindaco Lagalla è riuscito a compattare la sua maggioranza attuale, diversa da quella che lo ha eletto, in grado di dare nuova spinta all’Amministrazione per risalire dall’ultimo posto in classifica ad una posizione più consona al blasone di Palermo».
Una stoccata pesante che mette a nudo un malessere profondo: secondo Romano, l’attuale amministrazione ha tradito lo spirito originario della coalizione, scegliendo di governare con chi non lo ha votato, e tagliando fuori chi lo ha sostenuto sin dal principio.
«Noi Moderati fuori da questo schema»
Romano chiarisce la nuova linea del suo partito:
«Lavoreremo sempre dentro e fuori le istituzioni per dare il nostro contributo costruttivo, ma questo non potrà più avvenire dentro l’attuale schema politico guidato da Lagalla».
E rincara la dose:
«Riteniamo che l’unico modo sia costruire un’alternativa credibile, lontana dai metodi seguiti da Roberto Lagalla, dimentico e ingrato».
Un’accusa che va oltre la politica, toccando anche la sfera personale. L’ex ministro e leader di Cantiere Popolare non usa giri di parole: Lagalla avrebbe dimenticato chi lo ha sostenuto e mostrato ingratitudine verso chi ha contribuito alla sua elezione.
Maggioranza blindata, moderati esclusi
Alla base dello strappo anche l’assenza di rappresentanza in giunta e sottogoverno per Noi Moderati, nonostante il sostegno offerto in campagna elettorale e nei primi mesi di amministrazione.
Romano denuncia un clima di esclusione sistematica: «Il sindaco governa con chi non lo ha votato, mentre chi lo ha fatto è rimasto fuori».
Le repliche del fronte Lagalla
Dal fronte della maggioranza, le reazioni non si sono fatte attendere. Qualcuno ha parlato di “semplice dimenticanza” nel non citare Noi Moderati in un comunicato congiunto, negando un’esclusione politica.
Lagalla, da parte sua, si è detto «disponibile al dialogo», ma ha definito eccessive le critiche di Romano e «non in linea» con l’operato dell’amministrazione.
Il contesto politico: centro in fermento
Noi Moderati è un partito centrista nato nel 2022 da un’alleanza tra Noi con l’Italia, Italia al Centro, Coraggio Italia e UDC, guidato a livello nazionale da Maurizio Lupi, Giovanni Toti e Lorenzo Cesa. In Sicilia, il peso di Romano e del suo Cantiere Popolare resta significativo.
Nel 2025 il progetto si era apparentemente saldato con Lagalla, Lombardo e Miccichè nella creazione del contenitore “Grande Sicilia”, ma le fratture interne non hanno mai smesso di emergere.
La decisione di Romano di sganciarsi da Lagalla segna ora uno spartiacque politico: niente più sostegno al sindaco, sì alla costruzione di un nuovo progetto autonomo.
Un futuro tutto da scrivere
Il dissenso dei centristi si inserisce in un quadro politico regionale in evoluzione, dove anche il Movimento per l’Autonomia, la Democrazia Cristiana e altri attori tradizionalmente alleati sono sempre più tentati da strade indipendenti.
Il messaggio è chiaro: nessuna riconferma automatica per Lagalla, ma una fase nuova, da scrivere da zero.
«Palermo merita di più – conclude Romano – merita un’amministrazione all’altezza della sua storia, non l’ultimo posto».
E il conto con la politica, quella vera, potrebbe arrivare molto prima di quanto il sindaco Lagalla si aspetti.

