Altro che stampa “cattiva” o detrattori esterni: a parlare di una Agrigento carente nei servizi urbani, nel verde pubblico e nel decoro è stato il suo stesso sindaco, Francesco Miccichè.
Per chi oggi tenta di scaricare su altri la responsabilità della pessima immagine che Agrigento sta offrendo durante l’anno di Capitale Italiana della Cultura 2025, basterebbe rivedere le dichiarazioni pubbliche rese dallo stesso primo cittadino, trasmesse in diretta da testate nazionali e internazionali.
In un’intervista del 10 gennaio 2025 rilasciata all’ANSA e poi riportata da altre testate, il sindaco Miccichè, presente a Pesaro per il passaggio di testimone tra le Capitali della Cultura, dichiarava con estrema sincerità:
“Agrigento è capitale della cultura da sempre, con i suoi 2.500 anni di storia. Però è carente nei servizi urbani, nel decoro e nel verde pubblico. Per questo lavoreremo per lasciare qualcosa alla città, affinché l’anno da capitale possa dare qualcosa di duraturo alla nostra comunità.”
Un’affermazione che non lascia spazio a interpretazioni e che mostra quanto fosse chiara – almeno a parole – la consapevolezza del primo cittadino sullo stato reale della città. Nessuna critica esterna, nessuna stampa “denigratoria”: a denunciare pubblicamente le carenze della città è stato lui stesso, davanti alle telecamere di mezzo mondo.
Come se non bastasse, in un’altra nota pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Agrigento, Miccichè arrivò a ipotizzare di rinunciare al titolo di Capitale della Cultura 2025, qualora non fosse stato risolto il problema della crisi idrica, che definì “drammatico” e “incompatibile con l’immagine di una città che si vuole proporre come modello culturale”.
Una retorica che oggi stride con il silenzio assordante dell’amministrazione di fronte a chi, come semplici cittadini o rappresentanti della società civile, osa denunciare lo stato reale delle cose: dalla crisi idrica ancora irrisolta, al verde pubblico abbandonato, fino ai servizi urbani ridotti ai minimi termini.
Il paradosso è servito:
Chi oggi accusa gli altri di “offuscare l’immagine della città” dovrebbe forse rivedere i propri archivi video. Perché la verità è che la prima voce a raccontare un’Agrigento bella ma trascurata è stata proprio quella del sindaco. La stampa, semmai, si è limitata a riportare fedelmente quanto dichiarato dallo stesso rappresentante istituzionale.
Il rischio, ormai concreto, è che l’anno da Capitale della Cultura non solo non lasci nulla di duraturo, ma diventi un boomerang d’immagine per una città che continua a vivere tra promesse non mantenute, fondi pubblici spesi in eventi effimeri e una quotidianità fatta di disservizi e disagio.
La verità è che a fare cattiva pubblicità ad Agrigento non sono stati gli altri. A farlo è stato, fin dall’inizio, chi la governa.


