La stretta sulla movida agrigentina, annunciata dal Prefetto Salvatore CACCAMO al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, affronta finalmente un tema che Report Sicilia ha sollevato da tempo e con insistenza: la gestione ambigua e diseguale delle attività commerciali sul suolo pubblico.
Nel corso dell’incontro con le forze dell’ordine, il Prefetto ha parlato con toni chiari: “Il diritto alla sicurezza, al riposo, alla legalità non è un’opzione e va tutelato con fermezza e dialogo”, aggiungendo che è giunto il momento di un confronto anche sulle bancarelle non regolari che invadono gli spazi pubblici durante la movida.
Un passaggio che non può passare inosservato. Perché proprio su quel punto, Report Sicilia aveva già acceso i riflettori giorni fa, pubblicando l’articolo dal titolo “Tolleranza zero solo per chi paga: le bancarelle della mafia restano intoccabili”, in cui si denunciava apertamente l’esistenza di una doppia legalità ad Agrigento: da una parte i commercianti regolari sottoposti a controlli rigidi, dall’altra l’anarchia delle occupazioni abusive, spesso tollerate, ignorate o peggio ancora protette.
La domanda resta: chi controlla i controllori?
Il Prefetto ha annunciato tolleranza zero, ma anche “dialogo e confronto”. Bene. Ma il problema non è solo nella mancanza di regole. È nella disparità con cui le regole vengono fatte rispettare. Perché da anni, in alcune zone di Agrigento – in particolare a San Leone – spadroneggiano attività abusive, bancarelle improvvisate, chioschi fantasma e postazioni che spuntano solo d’estate e nessuno si preoccupa di verificare chi ci sia dietro, chi incassa e chi autorizza.
Un sistema da scardinare
Il vero nodo – lo diciamo con chiarezza – non è la bancarella in sé. È il sistema di potere, omertà e complicità che consente ad alcuni di fare ciò che vogliono, mentre altri vengono perseguitati per una sedia fuori posto. Il sistema in cui l’illegalità diventa conveniente, e la legalità un ostacolo.
Oggi il Prefetto ha rotto il silenzio su questo fronte. Un segnale importante. Ma adesso servono atti concreti: verifiche, sequestri, revoche di autorizzazioni fittizie, controlli veri. E soprattutto, chiarezza su chi ha permesso che tutto questo accadesse.
Noi continueremo a raccontare, senza paura
A chi ci accusa di esagerare, rispondiamo con i fatti. A chi ci dice di abbassare i toni, rispondiamo con le immagini e le testimonianze. Perché la vera sicurezza nasce dalla giustizia, dalla trasparenza e dal rispetto delle regole per tutti.
Agrigento merita legalità vera. Non a giorni alterni.

