TEATRO PIRANDELLO AGRIGENTO

Sette mesi fa, la scena più imbarazzante che un teatro possa offrire: non sul palco, ma sul soffitto. Una cascata d’acqua piombò all’interno del Teatro Pirandello di Agrigento, interrompendo uno spettacolo e lasciando pubblico e maestranze basiti. Era il gennaio 2025. Ma quel che oggi indigna di più è che l’amministrazione comunale sapeva già da almeno altri sei mesi che il tetto era in condizioni critiche. Eppure, come spesso accade ad Agrigento, si è atteso il punto di rottura.

La conferma arriva da un atto ufficiale: la Determina Dirigenziale n. 2334 del 1° agosto 2025 Determina+Dirigenziale+2025-2334, che nomina l’ing. Gerlando Trupia quale Responsabile Unico del Procedimento per i lavori di manutenzione straordinaria proprio della copertura del Teatro Pirandello. Nello stesso atto si chiarisce che la necessità di intervenire era già nota e programmata da tempo: la delibera di Giunta n. 58 del 9 aprile 2025 aveva infatti approvato la riprogrammazione del contributo regionale da un milione di euro, destinandone 565 mila proprio al rifacimento del tetto e all’adeguamento dei servizi igienici per disabili.

Se si aggiunge che già alla fine di aprile il Comune aveva chiesto la variazione di bilancio per avviare i lavori, è evidente che l’emergenza era ben presente nella mente degli amministratori almeno da aprile 2024, ovvero sei mesi prima dell’incidente. Eppure, nessun intervento è stato eseguito prima del danno.

Una catena di ritardi che mostra, ancora una volta, quanto sia debole la prevenzione nella gestione del patrimonio culturale della città. Non si parla qui di un edificio qualsiasi, ma del cuore pulsante della vita culturale agrigentina, un luogo simbolico che porta il nome di Luigi Pirandello e che, proprio in vista dell’anno da Capitale Italiana della Cultura, dovrebbe essere un vanto e non un monumento al degrado.

Intanto, i lavori — sempre secondo la determina — non sono ancora partiti, e si è appena nominato il personale di supporto al RUP, con l’incarico di stabilire se progettare internamente o rivolgersi a un tecnico esterno. In poche parole: siamo ancora alle fasi preliminari. Ad agosto 2025.

Eppure il Comune aveva già collaudato altri progetti, finanziato festival, dato priorità ad eventi promozionali e comunicazione. Ma un tetto che perde in un teatro simbolo può aspettare.

Questa è la “Capitale della Cultura 2025”: una città in cui si attende il crollo per giustificare i lavori. Una città dove i soldi ci sono, ma la volontà (o la capacità) di spenderli per tempo, no.

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