Agrigento – Mentre la città ambisce a diventare una meta turistica sempre più attrattiva, secondo la Confesercenti di Agrigento l’amministrazione comunale starebbe interpretando il concetto di decoro urbano con un’eccessiva rigidità. Più che un presidio civico, la rigidezza si starebbe trasformando in un freno all’accoglienza.

Confesercenti denuncia come molte misure dissuasive stiano penalizzando i commercianti locali, creando disagio agli operatori economici e confusione tra i visitatori. Secondo l’associazione, anche gesti minimi come l’esposizione di cartoline o spostamenti di pochi centimetri di un vaso floreale verrebbero sanzionati con severità, con l’effetto di generare irritazione anziché bellezza 

Troppe norme, poche risposte

«In una città chiaramente a vocazione turistica, è fondamentale che il decoro urbano non si trasformi in un insieme di divieti», afferma Confesercenti Agrigento. Una tensione tra ordine urbano e libera iniziativa privata che, secondo l’associazione, cresce in assenza di un reale confronto tra amministrazione e categoria.

Da qui la richiesta urgente di un incontro con il Comune per rivedere il regolamento comunale sul decoro urbano, calibrandolo meglio sulle peculiarità di Agrigento, la stagionalità turistica e le esigenze pratiche degli esercenti, che ogni giorno contribuiscono alla vitalità del centro storico e delle aree commerciali 

Una città da accogliere, non da punire

Confesercenti solleva la necessità di un approccio più equilibrato: un regolamento che tuteli gli spazi pubblici senza però soffocare iniziative estetiche e commerciali. «Serve equilibrio tra tutela degli spazi pubblici e promozione dell’accoglienza», ribadisce l’associazione, sottolineando che i commercianti non devono essere visti come un problema, ma come alleati nella cura e nella valorizzazione della città 

Un dialogo all’orizzonte

Agrigento si trova oggi a un bivio: puntare sul decoro urbano per costruire una reputazione turistica o rischiare di trasformarlo in un sistema di micro-sanzioni che allontana visitatori e scoraggia gli investitori locali? Per Confesercenti, la chiave è il dialogo: senza confronto né mediazione, il rischio è che il centro storico perda la sua vocazione e la sua anima.

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