Licata – È andato in scena l’ennesimo atto di fragilità istituzionale durante la seduta del consiglio comunale di Licata, tenutasi ieri sera. Protagonisti, loro malgrado, i cittadini e i consiglieri di opposizione, che si sono visti strappare la possibilità di un confronto democratico su una questione di primaria importanza: l’aumento esponenziale della tassa sui rifiuti (TARI).

La mozione, presentata dal gruppo consiliare Restart – Movimento 5 Stelle, aveva l’obiettivo di chiedere il ritiro in autotutela della delibera comunale che ha determinato l’aumento della TARI, considerato insostenibile sia per le famiglie che per le attività commerciali.

Durante la discussione in aula, i consiglieri Fabio Amato (M5S), Giuseppe Lanza e Giuseppe Curella hanno incalzato il sindaco con domande puntuali e osservazioni critiche. Invece di affrontare il dibattito, il primo cittadino ha abbandonato l’aula, seguito dall’intera giunta e dai consiglieri di maggioranza.

Un’uscita di scena che ha causato la caduta del numero legale, rendendo impossibile il proseguimento dei lavori. Di fatto, il confronto è stato azzerato.

La seduta è stata rinviata a lunedì, ma resta l’amaro in bocca per una pagina che mostra quanto la politica possa voltare le spalle ai cittadini proprio quando viene chiamata a rispondere.

In un momento storico in cui l’economia locale fatica e le famiglie stringono la cinghia, la giunta licatese preferisce fuggire dal confronto piuttosto che spiegare i motivi di un aumento così gravoso per la collettività.

Report Sicilia continuerà a seguire l’evoluzione della vicenda e darà voce a chi non si arrende all’arroganza istituzionale.

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