Non bastano i divieti, servono organizzazione e controlli. Le spiagge di Agrigento sommerse da tende e falò nonostante l’ordinanza anti-abusi.

AGRIGENTO – Ferragosto 2025 ha mostrato ancora una volta le contraddizioni dell’amministrazione comunale. Nonostante l’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Miccichè, che vietava falò, campeggi improvvisati e accampamenti sulle spiagge, il litorale agrigentino si è presentato così: tende, gazebi, barbecue e musica a tutto volume.

Le immagini parlano chiaro: dal tramonto all’alba le spiagge del Comune sono state letteralmente prese d’assalto da centinaia di giovani e famiglie che hanno trascorso la notte in riva al mare, come se nessun divieto fosse mai stato emanato.

Ordinanze senza volontà politica

Quello che emerge con evidenza è che non basta firmare un’ordinanza per garantire ordine e sicurezza. Servono prevenzione, controlli, e soprattutto la volontà politica di far rispettare le regole. In questi cinque anni, l’amministrazione Miccichè ha spesso sbandierato iniziative di “rigore” e “legalità”, ma raramente queste si sono tradotte in atti concreti.

Prevenzione e repressione: due parole sconosciute al Comune

Prevenzione e repressione sono i due strumenti fondamentali per gestire eventi come il Ferragosto, ma sembrano essere concetti del tutto estranei a chi governa oggi Agrigento. Bastava poco: pianificazione, sicurezza, organizzazione e controlli mirati. Invece, ancora una volta, si è lasciato spazio all’improvvisazione.

Non repressione, ma organizzazione

Eppure la soluzione è semplice. Con una sana organizzazione le spiagge potrebbero tornare ad essere luoghi di svago e divertimento sicuro per giovani e famiglie, senza sfociare nel caos e nell’illegalità. Basterebbe regolamentare le aree, predisporre controlli reali e sanzionare chi trasgredisce.

Il Ferragosto 2025, così come documentato, diventa l’ennesima dimostrazione di come Agrigento sia una città dove le ordinanze si scrivono, ma non si applicano.

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