Una lettera ufficiale imponeva spazzamento, svuotamento cestini e pulizia spiagge. Le ditte non hanno rispettato e il Comune tace: silenzio che sa di complicità.

La verità sulla sporcizia di Ferragosto

A Ferragosto, Agrigento si è presentata a cittadini e turisti invasa da rifiuti, con San Leone trasformata in una discarica a cielo aperto. Ma la verità è che il Comune aveva disposto tutt’altro.

Una lettera firmata dall’architetto Assunta Zuppardo, dirigente del settore Ecologia, e inviata al RTI Iseda (capogruppo), Sea e Seap, stabiliva infatti che, pur sospendendo la raccolta differenziata per la chiusura della piattaforma Tutela Ambiente, le ditte erano comunque obbligate a garantire pulizia e decoro.

Ecco lo stralcio più significativo della disposizione ufficiale:

“Le Ditte in indirizzo dovranno garantire con gli operatori destinati al suddetto servizio lo spazzamento manuale delle strade del Centro Città e della zona balneare di San Leone nonché lo svuotamento di tutti i cestini gettacarte e predisporre una più efficace rimozione dei rifiuti che saranno presenti nelle spiagge del litorale della Città di Agrigento al fine di garantire il decoro urbano.”


I fatti e le domande

Il 15 agosto, però, la realtà è stata ben diversa: strade e spiagge piene di immondizia, cestini strapieni, cattivi odori. Nessun segno di quella pulizia straordinaria ordinata nero su bianco dal Comune.

E allora le domande sono inevitabili:

  • Le ditte hanno rispettato le prescrizioni o le hanno completamente disattese?

  • Perché il Comune non ha reso pubblica questa disposizione, lasciando che il malcontento ricadesse indistintamente su tutti?

  • Saranno attivate le contestazioni e le sanzioni contrattuali previste in caso di inadempienza?


Una lettera “di copertura”?

Il sospetto è che questa comunicazione sia stata l’ennesima “lettera di copertura”, utile solo a scaricare le responsabilità, senza alcuna reale vigilanza sull’operato delle ditte. Un film già visto, come nel caso della proclamata “tolleranza zero” a San Leone, mai tradotta in controlli ed azioni concrete.


Il silenzio dell’amministrazione Miccichè

Ancora più grave è il silenzio del sindaco Francesco Miccichè e della sua amministrazione. Nessuno ha chiarito alla città che la responsabilità del disservizio era da addebitare alle ditte incaricate. Nessuno ha spiegato quali verifiche siano state effettuate. Nessuno ha detto se saranno applicate sanzioni.

Un silenzio che pesa e che sa di complicità, perché un’amministrazione trasparente avrebbe dovuto immediatamente denunciare le inadempienze, invece di lasciare cittadini e turisti immersi nel degrado e nella confusione.


➡️ Report Sicilia pubblica a corredo dell’articolo la lettera ufficiale integrale, così che ogni cittadino possa leggere con i propri occhi cosa era stato ordinato e cosa, invece, non è stato fatto.

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