Tre turiste tedesche costrette a ripagare il biglietto. La vicenda chiarita dall’azienda, ma resta il silenzio politico

AGRIGENTO – Il caso delle tre turiste tedesche costrette a pagare due volte il biglietto per viaggiare sugli autobus urbani di Agrigento continua a far discutere. L’episodio, avvenuto il 16 agosto, ha visto tre ragazze con regolare biglietto giornaliero da 3,40 euro invitate da un autista a comprarne un altro, valido soltanto 90 minuti.

La nota stampa della TUA

Dopo la nostra denuncia, la TUA – Trasporti Urbani Agrigento ha diffuso una lunga nota stampa in cui chiarisce i fatti e si scusa con le giovani turiste:

“Dopo un’attenta consultazione del database delle validazioni – si legge – è emerso senza alcun dubbio che le ragazze avevano acquistato e correttamente validato biglietti giornalieri. Non era dunque necessario comprare alcun altro titolo di viaggio. L’errore è stato determinato da una svista dell’autista, che ha controllato solo l’orario della prima validazione e non la tipologia di biglietto.”

L’azienda precisa inoltre che i conducenti “sono tutti perfettamente informati delle procedure” e che si è trattato di un mero errore umano, commesso da “una persona esperta ed estremamente valida”.

Come gesto riparatorio, la TUA ha annunciato che offrirà alle tre turiste, qualora si presentino alla biglietteria di Piazzale Rosselli, una giornata gratuita sul servizio Temple Tour Bus oppure un biglietto omaggio andata e ritorno per Palermo, Catania o altre destinazioni servite dal gruppo Sais.

Ma il nodo resta politico

Se da un lato la TUA ha chiarito e chiuso l’episodio, dall’altro resta un vuoto evidente: le scuse del sindaco Franco Miccichè.
Perché, al di là dell’errore dell’autista, è la città che ne esce danneggiata in termini di immagine. Tre turiste, che avevano scelto Agrigento per le loro vacanze, sono state mortificate con una richiesta ingiustificata, trovandosi costrette a pagare un servizio che avevano già acquistato.

Un danno che non riguarda solo la TUA, ma l’intera città e la sua capacità di accogliere i visitatori in modo dignitoso.

Servono scuse istituzionali

A noi, con onestà, non serve una lunga nota dell’azienda, ma un’assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale.
Serve che il sindaco, in quanto primo rappresentante della città e responsabile politico dei servizi, chieda pubblicamente scusa e garantisca che episodi simili non si ripeteranno.

In una città che si proclama “Capitale Italiana della Cultura 2025”, non si può liquidare un episodio del genere come un semplice errore umano: serve un atto politico chiaro e diretto, perché a pagare non sono solo le tre ragazze tedesche, ma l’immagine stessa di Agrigento.

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