Il capogruppo PD all’Ars denuncia: il fermo imposto alla pesca del gambero rosso mette in ginocchio centinaia di imprese. Intanto i pescherecci nordafricani continuano indisturbati.
“La marineria siciliana è allo stremo”. Con queste parole l’on. Michele Catanzaro, capogruppo PD all’Assemblea regionale siciliana, lancia l’ennesimo grido d’allarme sul settore ittico dell’Isola, dopo settimane di sollecitazioni arrivate dalle associazioni di categoria.
Al centro della protesta il fermo imposto dal Ministero dell’Agricoltura sulla pesca del gambero rosso nelle aree GSA 12, 13, 14, 15 e 16 del Mediterraneo, valido fino al 5 settembre 2025. Una misura che ha bloccato i pescherecci siciliani da Mazara del Vallo a Siracusa, passando per Scoglitti, Sciacca, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa e Portopalo di Capo Passero.
Catanzaro: “Concorrenza sleale e prezzi a picco”
Secondo Catanzaro, la misura è stata “calata dall’alto, senza alcuna concertazione né tutela per le specificità siciliane”.
Mentre i pescherecci isolani rispettano il fermo tecnico, quelli dei Paesi nordafricani “continuano indisturbati a pescare negli stessi areali, in assenza di controlli e con una concorrenza sleale che sta saturando il mercato e abbattendo i prezzi”.
Il risultato è un “danno economico gravissimo per le marinerie siciliane, già provate da anni di politiche miopi e disattenzione istituzionale”.
“Silenzio assordante della Regione”
Il deputato PD accusa inoltre il governo regionale di totale inerzia:
“E tutto questo – sottolinea – nel silenzio assordante del governo Schifani, che già non ha dato seguito agli impegni presi sulla revisione dei piani di gestione. Le raccomandazioni comunitarie, se applicate senza criterio, finiscono per penalizzare la Sicilia molto più di altri Paesi mediterranei”.
Catanzaro ha coinvolto anche l’eurodeputato Giuseppe Lupo, che si è impegnato a portare la questione all’attenzione della commissione pesca dell’UE.
“La Sicilia non può essere sacrificata”
“Non è più tempo di attese né di alibi – conclude Catanzaro –. Il governo Schifani ha il dovere di intervenire con autorevolezza, pretendendo equità, controlli internazionali e misure di compensazione economica per le imprese siciliane. Non si può restare a guardare mentre un settore strategico della nostra economia viene spinto al collasso. La Sicilia non può essere trattata come una periferia da sacrificare. È tempo che chi guida la Regione dimostri di essere dalla parte dei siciliani”.

