Calcinacci caduti dal Palazzo dei Gesuiti di Sciacca sfiorano la tragedia. I consiglieri Brucculeri e Blò accusano l’amministrazione di negligenza.

SCIACCA – Solo la fortuna ha evitato la tragedia. Nel pomeriggio, nell’atrio superiore del Comune di Sciacca, ospitato all’interno del seicentesco Palazzo dei Gesuiti, si è verificato il distacco di una porzione di intonaco e calcinacci, precipitati violentemente a terra. Un episodio che poteva trasformarsi in dramma se in quel momento nell’area si fossero trovate persone: turisti in visita, dipendenti comunali, cittadini impegnati in pratiche o persino partecipanti a matrimoni civili ed eventi che lì si svolgono abitualmente.

A denunciare con forza l’accaduto sono i consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò, che parlano senza mezzi termini di “un fallimento annunciato”.

“Abbiamo sfiorato la tragedia – affermano – e non è stata solo fortuna. Quei calcinacci potevano uccidere. Le nostre segnalazioni, le interrogazioni, le note stampa, gli appelli perfino al Prefetto e alla Soprintendenza di Agrigento sono rimasti inascoltati. La sicurezza non è un optional: è un diritto”.

I consiglieri chiedono tre misure immediate:

  1. Un sopralluogo tecnico urgente su tutto l’edificio.

  2. La messa in sicurezza delle aree a rischio, a partire da quella del crollo.

  3. Un chiarimento pubblico dell’amministrazione, per spiegare perché gli avvisi sono stati ignorati.

Il Palazzo dei Gesuiti, costruito nel XVII secolo, rappresenta uno dei beni architettonici più rilevanti della città di Sciacca. Oggi, però, versa in uno stato di abbandono e incuria, con gravi rischi per l’incolumità pubblica e la conservazione del patrimonio storico.

Il caso di Sciacca non è isolato: episodi analoghi di degrado e mancata manutenzione interessano anche altri comuni siciliani, Agrigento in primis, dove da tempo si denunciano le stesse criticità senza che arrivino risposte concrete.

Brucculeri e Blò annunciano battaglia:

“Non accetteremo silenzi o promesse vaghe. Se serve, porteremo questa vicenda in tutte le sedi possibili. La prossima volta potremmo non essere così fortunati”.

Un monito duro, che mette ancora una volta sotto i riflettori l’inefficienza delle amministrazioni locali e la disattenzione dell’opinione pubblica, troppo spesso rassegnata di fronte al degrado dei beni comuni.

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