Gli ex consiglieri comunali di Raffadali Salvatore Gazziano, Caterina Giglione (PD), Paolina Sacco, Santino Farruggia Cuffaro, Salvatore Cacioppo, Maria Casalicchio (Forza Italia) e l’indipendente Domenico Tuttolomondo hanno presentato un ricorso straordinario al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani contro il decreto dell’assessorato alle Autonomie che ha promosso lo scioglimento del Consiglio comunale – reo di non avere approvato il bilancio di previsione 2025-2027 –  a meno di sei mesi dalla fine della legislatura, inviando il commissario Antonio Tumminello.
Il ricorso, presentato dagli avvocati Alberto Marolda e Monica Mattaliano, mira anche ad annullare tutti i provvedimenti adottati dal commissario ad acta per presunte “violazioni dell’articolo 109 bis O.R.E.L., dell’articolo 31 L.1427/1990, dell’articolo 199 e dell’articolo 22 del regolamento del Consiglio Comunale di Raffadali”.
Secondo i ricorrenti, i provvedimenti impugnati incidono, azzerandoli integralmente, sui diritti fondamentali costituzionalmente garantiti ai consiglieri comunali eletti democraticamente.
E intanto prosegue a distanza la polemica tra il sindaco Silvio Cuffaro e l’ex presidente del Consiglio Comunale, Santino Farruggia Cuffaro, suo ex braccio destro e oggi esponente di Forza Italia.
Quest’ultimo ha scritto nuovamente all’Autorità Nazionale Anticorruzione e al prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo sulla presunta incompatibilità del primo cittadino Silvio Cuffaro che è anche direttore generale dell’assessorato all’Economia.
Secondo Santino Farruggia Cuffaro, che ha sollecitato l’organismo di controllo a intervenite, il sindaco si troverebbe in palese conflitto di interessi.
La vicenda della presunta incompatibilità di Silvio Cuffaro era stata sollevata però in prima battuta lo scorso anno dal gruppo dei consiglieri di opposizione – PD e indipendenti – al Comune di Raffadali.
Successivamente, il gruppo parlamentare all’ARS del PD e del Movimento Cinque Stelle aveva presentato un’articolata interrogazione all’assessore alle Autonomie Locali Andrea Messina.
I burocrati dell’Ufficio Legislativo e Legale di Palazzo d’Orleans avevano sancito che, a loro parere, “in base alle disposizioni vigenti non esistevano motivi di incompatibilità in capo al Dirigente generale del Dipartimento Finanze della Regione”.
Il sindaco è dunque rimasto regolarmente al suo posto.

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