Sì è spento a Palermo all’età di settantotto anni Francesco Musotto, esponente di punta di Forza Italia – partito a cui aderì sin dalla fondazione – negli anni Novanta.
Di professione avvocato e imprenditore agricolo, crebbe in una famiglia fortemente impegnata in ambito politico: il nonno, suo omonimo, fu Alto Commissario per la Sicilia e deputato alla Camera, sia del Regno d’Italia che della Repubblica.
Il padre Giovanni, docente di Diritto penale, fu esponente del Partito Socialista Italiano.
È stato consigliere comunale di Cefalù e deputato all’Assemblea Regionale Siciliana dal 1981 al 1986 per il Partito Socialista Italiano e, successivamente, componente del Consiglio di Giustizia Amministrativa.
Venne eletto presidente della Provincia Regionale di Palermo nel 1994 ma fu costretto a dimettersi a seguito del suo arresto avvenuto l’anno successivo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e bancarotta fraudolenta.
Assolto nel 1998 con sentenza confermata in Corte di Cassazione nel 2001, ritornò a ricoprire brillantemente la stessa carica vincendo le elezioni per ben due volte: nel 1998 e nel 2003, con oltre il sessanta per cento dei voti.
A lui, il merito di avere dato nuova linfa vitale al cosiddetto “ente intermedio”, valorizzando le specificità dei borghi e dei territori, anche attraverso importanti operazioni di comunicazione e marketing che accesero i riflettori su realtà locali poco note e lontane dai circuiti turistici di massa.
Nel 1999 fu eletto eurodeputato per la lista di Forza Italia nella Circoscrizione Isole con oltre ottantamila preferenze.
Seppure contro il volere del suo stesso partito, nel 2001 corse a sindaco di Palermo sfidando Diego Cammarata, candidato scelto dal centro-destra, senza tuttavia essere eletto.
Candidatosi all’ARS nel 2008, conquistò uno scranno con diciassettemila preferenze, e divenne capogruppo del Movimento per l’Autonomia fino alla fine del mandato.
Alla famiglia dell’onorevole Francesco Musotto, le condoglianze di Report Sicilia

