Il vento forte “costa” al Comune di Realmonte circa 800 euro. Per l’esattezza 790 che l’amministrazione comunale sta rimborsando in queste ore a una donna C.S.S.L., organizzatrice di una visita alla Scala dei Turchi lo scorso 26 luglio. Come noto per accedere sul sito si deve pagare e la donna versò alla Tesoreria comunale il 24 luglio la cifra necessaria al rilascio di 158 pass azzurri per una visita presso la Scala dei Turchi. Peccato però che per le 158 persone prenotate non è stato possibile effettuare la visita a causa – si scrive nella determina dirigenziale di rimborso – “delle avverse condizioni meteo (vento molto forte) che si sono verificate negli orari nei quali era previsto l’accesso alla Scala dei Turchi”. Preso atto della situazione, al Comune si sono subito attivati a rimborsare l’organizzatrice della escursione. Nei giorni scorsi, sostanzialmente nello stesso periodo di questa vicenda, scoppiò una enorme polemica social che vide come protagonista Clizia Incorvaia, la cosiddetta “influencer” che tenne un servizio fotografico sui gradoni della scala di marna. Durante le ore in cui si svolse il servizio, alcuni turisti non sarebbero riusciti ad accadere al sito, tuonando contro il Comune e l’organizzazione del servizio fotografico.
Una “bella gatta da pelare”
Il sindaco Mallia si disse disponibile a rimborsare i visitatori che avevano pagato l’ingresso senza entrare, chiedendo chiarimenti a Incorvaia (la quale declinò ogni responsabilità per i disagi arrecati ai visitatori) e alla struttura che aveva organizzato il servizio fotografico. Soldi per entrare, permessi, rimborsi; tutti temi che fino a qualche anno fa non erano accostabili alla Scala dei Turchi. Un luogo bello e suggestivo nella sua selvaggia fruibilità. Selvaggia però nel vero senso della parola, a causa dei selvaggi che negli ultimi anni l’hanno “scoperta”, invadendola e a volte deturpandola. Dalla tutela del sito al business il passo è stato brevissimo, con il Comune che da un paio d’anni ha preso in mano completamente la situazione, dopo avere risolto la controversia con il privato che deteneva la proprietà di una porzione di sito. Una “piacevole gatta da pelare” per un piccolo Comune che adesso è chiamato a gestire anche flussi di denaro in entrata e, a volte, in uscita anche per “variabili” di vario genere. Come il vento forte.

