Prima un concerto bellissimo, emozionante, poi un delirio al parcheggio (a pagamento di 5 euro) attiguo alla Live Arena. Una serata di delirio (gradevole) dal punto di vista musicale ieri sera per Antonello Venditti e il suo one man show, durato quasi 3 ore ad alta intensità; ma anche di altro delirio, per le migliaia di auto riversatesi nella landa di terreno coltivato e adibita a parcheggio, totalmente al buio e senza alcuna indicazione grazie alla quale orientarsi per andare a riprendere il proprio veicolo. Sul caos totale al momento dell’uscita di tutti i mezzi piombati nella zona da tutta la Sicilia ci sarà tempo di parlarne in questo stesso articolo. Dal punto di vista strettamente musicale Venditti sembra avere fatto un patto col diavolo. Una sorta di immortale della musica, come se oltre 50 anni di carriera e sulla soglia degli 8o anni, non fossero passati anche per lui. Un viaggio tra i suoi successi più famosi, con tappe anche tra quelli meno noti. Come quello dedicato a Craxi o quello dedicato a Lucio Dalla (Ci vorrebbe un amico) nato nel periodo più buio dell’artista romano. Roma caput mundi anche ieri sera sul palco della Live Arena di contrada Esa Chimento, al cospetto di almeno 2 mila persone, come detto accorse da tutta la Sicilia. Vasto il repertorio, note raggiunte a fatica ridotte al minimo fisiologico e neanche facilmente rinvenibili anche dall’orecchio più raffinato e nonostante la sigaretta, che a un certo punto ha fatto capolino tra le labbra del papà di “Roma Capoccia”, brano col quale si è concluso il concerto, dopo il “rompete le righe” di centinaia di spettatori alzatisi dai posti a sedere e riversatisi sotto palco per un “In questo mondo di ladri” decisamente vissuto da tutti. Spalti gremiti dunque, a conferma della bontà della location, anche se in molti hanno rimpianto quella di piano San Gregorio. Una scelta quella dell’imprenditore Bellavia che ha certamente giovato alle sue tasche e alla sua stessa serenità, date le polemiche sull’uso di quel sito, che ogni anno si sprigionavano con stucchevole puntualità. Anche senza Templi sullo sfondo però, Bellavia ha fatto centro anche quest’anno con un cartellone di grandi artisti. Prossima tappa, Fiorella Mannoia.


Dopo il concerto… le note dolenti
Sul fronte delle dolenti note, non attribuibili a Venditti ovviamente, quanto accaduto all’uscita del pubblico. Dopo avere pagato 5 euro per parcheggiare nel terreno adiacente al teatro, sterrato, senza illuminazione, con alberi sparsi qua e là, al momento di andare a riprendere i veicoli gli spettatori hanno improvvisato una grottesca “caccia all’auto”, giocando col telecomando per accendere i fari e trovare prima possibile il proprio mezzo. Un delirio che avrebbe potuto essere evitato o limitato, delimitando meglio gli spazi, fornendo indicazioni più precise, dislocando magari lo stesso cortese personale che all’ingresso chiedeva 5 euro e dava il tagliando. Il culmine del delirio all’uscita: il raccordo anulare di Roma al confronto – tanto per rimanere in ambito Vendittiano – sembrava il viale della Vittoria alle 5 del mattino. Un imbuto indecente dal quale sono state fatte passare le migliaia di auto parcheggiatesi, con enormi pericoli e rischi in termini di sicurezza. E per fortuna non ci sono stati malori o urgenze, altrimenti il caos sarebbe stato davvero ingestibile per le forze dell’ordine presenti. Un particolare questo che il prossimo anno dovrà essere gestito meglio dall’organizzatore di questi bellissimi concerti. Nota finale: davanti a Venditti un muro di almeno 4 generazioni. Sipario.

