Il progetto approvato dalla giunta di Giuseppe Carta riguarda terreni riconducibili a un parente. “Non lo sapevo”. Fonte: Il Fatto Quotidiano.
MELILLI (SR) – Un impianto di trattamento meccanico e biologico (TMB) dei rifiuti, finanziato con 34 milioni di euro di fondi pubblici e approvato dalla giunta comunale nell’aprile 2024, sorgerà su terreni intestati a un Nipote del sindaco Giuseppe Carta(in un primo momento era circolata la voce che fosse il cugino ma adesso si è saputo che sarebbe il figlio della sorella), primo cittadino di Melilli e deputato regionale di Grande Sicilia.
La notizia, riportata da Il Fatto Quotidiano (articolo di Saul Caia, edizione del 28 agosto 2025), ha sollevato una forte polemica politica e istituzionale. Carta, interpellato sul caso, ha dichiarato: “L’ho scoperto ieri, non sapevo che i terreni appartenessero a un mio parente. La procedura è stata trasparente e pubblica”.
I terreni e i legami familiari
Secondo l’inchiesta giornalistica, una parte delle particelle catastali destinate all’impianto risulta intestata a Francesco Garofalo, Nipote del sindaco, e ad Alessio Caruso, fratello dell’assessore comunale Mirko Caruso. Altri lotti (circa il 50%) fanno capo all’imprenditore Paolo Conigliaro, titolare della Eco Impianti Srl di Floridia.
L’impianto
Il progetto, incluso nella programmazione regionale con i fondi di sviluppo e coesione 2021-2027, prevede una struttura con capacità di 230 tonnellate al giorno in un’area industriale già pesantemente gravata dalla presenza di discariche e vicina al sito di interesse comunitario Cozzo Ogliastro. L’impianto dovrebbe trattare rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi, aumentando ulteriormente la pressione ambientale su un territorio già compromesso.
Le polemiche
L’opposizione e i comitati locali parlano apertamente di conflitto d’interessi e chiedono chiarezza. Il sindaco Carta, invece, difende la correttezza dell’iter: “Se è mio cugino, io l’ho scoperto solo ieri. L’individuazione dei terreni è avvenuta tramite procedura pubblica, senza favoritismi”.
Il caso si aggiunge al dibattito già acceso sul futuro di Melilli, comune al centro del più grande polo petrolchimico d’Italia, dove convivono industrie, discariche e nuovi impianti finanziati con fondi pubblici.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2025


