Sul caso AICA, la legge parla chiaro: la banca attende l’ordinanza del giudice per sbloccare i conti pignorati. La presidente avrebbe preso un abbaglio.

AGRIGENTO – Continua a far discutere il caso del pignoramento dei conti di AICA, la società che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento. Dopo le dichiarazioni della presidente, secondo cui la banca avrebbe potuto procedere allo sblocco del conto corrente subito dopo il pagamento del debito, emergono chiarimenti normativi che raccontano una realtà diversa.

Secondo quanto confermato da fonti bancarie locali, la procedura non è così immediata: la banca, in quanto “terzo” coinvolto nell’esecuzione forzata, non ha alcun potere di liberare autonomamente il conto. La normativa è chiara: lo sblocco può avvenire solo dopo un preciso iter giudiziario.

Ecco le fasi previste dalla legge:

  1. Pagamento del debito – Il debitore (in questo caso AICA) deve saldare l’importo dovuto al creditore.

  2. Comunicazione del creditore – L’avvocato del creditore informa il tribunale dell’avvenuto pagamento e della volontà di rinunciare al pignoramento.

  3. Rinuncia o revoca – Il creditore presenta un atto formale di rinuncia alla procedura esecutiva.

  4. Ordinanza del giudice – Il giudice emette un provvedimento che dichiara lo sblocco del conto.

  5. Notifica alla banca – Solo a questo punto la banca riceve l’ordinanza ed è autorizzata a riattivare il conto corrente.

Le tempistiche non sono brevi: possono variare da alcune settimane fino a uno o due mesi. È proprio questa scansione che conferma come la posizione della presidente AICA sia stata affrettata: la banca, infatti, ha agito correttamente attenendosi alle disposizioni di legge.

In conclusione, sul caso del pignoramento AICA appare chiaro che non si tratti di un’inadempienza degli istituti bancari, ma di una procedura giuridica che richiede tempi tecnici e l’intervento del giudice. Dichiarare il contrario significa non tener conto delle regole previste dall’ordinamento.

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