Il Sindaco di Naro, Milco Dalacchi, nei giorni scorsi ha annunciato con entusiasmo ai cittadini una “grande novità”: nel 2026 sarà riconosciuto un bonus del 25% sulla tassa dei rifiuti per le famiglie in condizioni di disagio economico e sociale.

Un’iniziativa che il primo cittadino ha presentato come una conquista della sua amministrazione, salvo omettere un dettaglio fondamentale: non si tratta di una misura locale, bensì di un provvedimento nazionale introdotto con Decreto del Presidente del Consiglio già nel gennaio 2025. In altre parole, un diritto già esistente da mesi, che il sindaco ha “scoperto” solo adesso, cercando di farlo passare come una sua vittoria politica.

Un annuncio a scoppio ritardato

La vicenda ricorda la celebre novella pirandelliana di Ciàula che, uscendo dalla miniera, scopre la luna come fosse una novità assoluta. Allo stesso modo, Dalacchi ha presentato come “sensazionale” una notizia che era nota e in vigore da tempo.

Chi paga davvero il bonus

Ma c’è un altro aspetto che il Sindaco non ha spiegato ai cittadini. Il bonus del 25% non grava sul bilancio comunale — già in dissesto finanziario — bensì sugli altri contribuenti. Infatti, secondo quanto stabilito dalla delibera ARERA n.135/2025, i Comuni sono obbligati ad aumentare le bollette TARI per tutti gli utenti non in condizioni di disagio economico, domestici e non domestici, in modo da finanziare il bonus.

In sostanza, lo sconto riconosciuto ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 9.530 euro (singoli) o a famiglie numerose con ISEE fino a 20.000 euro, verrà coperto con un prelievo aggiuntivo a carico di tutti gli altri cittadini e delle attività economiche. Le somme raccolte confluiranno nel fondo nazionale gestito dalla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA).

La verità nascosta dietro l’annuncio

Non si tratta, dunque, di una scelta autonoma dell’Amministrazione Dalacchi, ma di un obbligo normativo che riguarda tutti i Comuni italiani. La misura di solidarietà sociale viene finanziata indirettamente da chi non rientra nelle fasce deboli.

Ai cittadini, quando si danno notizie così delicate, bisognerebbe dirle complete, senza cercare di intestarsi meriti non dovuti e senza alimentare facili illusioni.

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