L'ingresso del nuovo dissalatore

C’è un paese in Italia dove la crisi idrica è ormai la norma, ma con un “bellissimo” dissalatore da quasi 30 milioni di euro, realizzato in poche settimane, dopo avere sventrato la principale arteria stradale. Questo luogo teatro di un paradosso tipicamente pirandelliano è Porto Empedocle, la città di Andrea Camilleri che tra pochi giorni avrebbe compiuto 100 anni. Una città in fermento per la festa in onore di San Calogero, ma dove in moltissime abitazioni l’acqua non arriva o arriva con turni indegni di una realtà civile. Basta farsi un giro per le vie per accorgersi delle perdite idriche che il Comune ha intimato ad Aica di riparare, dimenticando i quasi 800 mila euro che deve pagare all’azienda consortile e una convenzione che consentiva allo stesso comune di riparare le buche, potendo defalcare tale spesa dai futuri impegni economici con Aica. Ma siccome il Comune dice di non avere soldi per “queste cose”, le buche si allargano e perdite idriche aumentano. Uno scandalo, una vergogna al cospetto di quel dissalatore più spento che acceso, chiamato a dissalare acqua di mare davanti la spiaggia antistante la centrale Enel, in una location che lascia da tempo parecchie perplessità, sollevate dagli ambientalisti e dal comitato Mare nostrum. Sui social impazzano i video, i commenti, le prese di posizione, ma chi di competenza ha le mani legate, ma anche se le avesse slegate difficilmente avrebbe la capacità di sbloccare una situazione indecente.

La logica questa sconosciuta…!

Il dissalatore serve ad alleviare la sete delle popolazione che ne accolgono la struttura nel proprio territorio. Questo dice la logica, ma a Porto Empedocle con la logica si condisce la pasta con le sarde. Del resto un paese con una condotta idrica borbonica, l’acqua si perde sistematicamente, vanificando qualsiasi tipo di intervento emergenziale. Il tutto, tra le proteste dei numerosi titolari di b&b che in questi giorni, complice la festa a San Calogero, sono stati costretti a non accogliere le prenotazioni di diversi turisti, proprio perchè manca l’acqua nelle loro strutture. A meno che di non rivolgersi alla fortissima lobby (autorizzata/tollerata) degli autobottisti privati, “molto presenti” nei punti di approvvigionamento – ad esempio nella zona di San Calogero Napolitano – e capaci di generare ingenti guadagni giornalieri per le loro tasche, alla faccia dei dissalatori e di altre fantascientifiche invenzioni. Già, perchè per gli autobottisti la crisi idrica è una manna dal cielo e guai se finisse. A pagare sono sempre i cittadini, in questo caso due volte, una (quando succede) per pagare Aica, una per pagare l’autobottista privato. Buon San Calogero a tutti, buon compleanno alla buon’anima di Camilleri e pazienza se gli empedoclini si possono fare (forse) una doccia ogni tanto. 

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