AGRIGENTO – La sanità siciliana è sempre più in crisi. I dati diffusi dal Ministero della Salute sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), elaborati dalla Fondazione Gimbe attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), certificano un quadro drammatico: la Sicilia è penultima in Italia con un punteggio di appena 173 su 300, risultando inadempiente in due delle tre aree fondamentali — prevenzione collettiva e assistenza distrettuale.

Una situazione che peggiora rispetto al 2022 e che, secondo il Partito Democratico, è la prova del fallimento politico e gestionale del governo regionale guidato da Renato Schifani.

Catanzaro: «Fallimento certificato dai dati»

A denunciare la gravità del quadro è Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’ARS, che non usa mezzi termini:

«I dati diffusi dal Ministero della Salute sono impietosi e certificano il fallimento della gestione Schifani. La Sicilia è incapace di garantire il diritto alla salute ai cittadini. Siamo al 21° posto per la prevenzione, al 19° per l’assistenza distrettuale e solo al 13° per quella ospedaliera. Ospedali in sofferenza, personale insufficiente, servizi territoriali allo stremo: la realtà è sotto gli occhi di tutti».

Politiche inefficaci e senza visione

Secondo Catanzaro, gli annunci di riforma del presidente Schifani si scontrano con una realtà fatta di ospedali in affanno e cittadini costretti a emigrare per curarsi:

«Le politiche sanitarie messe in campo sono inefficaci, approssimative e prive di visione. Non si può più perdere tempo: servono investimenti strutturali, assunzioni mirate e un piano serio di riorganizzazione dei servizi sanitari».

Il diritto alla salute negato

Il capogruppo PD chiude con un richiamo forte al principio costituzionale della tutela della salute:

«La salute non è un privilegio, è un diritto. Oggi, in Sicilia, questo diritto viene sistematicamente negato. Il governo regionale deve smetterla con gli annunci e intervenire con urgenza».

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