Tra le vigne e gli ulivi di Casa Grazia, a Gela, si è tenuta la prima edizione del “Premio Vigàta”.
L’evento è stato fortemente voluto dalla famiglia Brunetti, proprietaria della tenuta, per celebrare il connubio tra cibo, storie, luoghi e territori nel centenario della nascita dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri che, con la sua dialettica, ha traghettato la Sicilia e le sue storie nel mondo.
Intrecciando memoria condivisa e identità culturale, l’iniziativa è stata impreziosita dalla bellezza incontaminata dello scenario, la Riserva Naturale Orientata Biviere, che ospita il lago salato costiero più grande della Sicilia.
“Si tratta di un premio destinato a durare nel tempo – ha commentato nel suo discorso di apertura Maria Grazia Di Francesco Brunetti, CEO di Casa Grazia – e di un progetto ad ampio raggio, che celebra il genio di Andrea Camilleri e il legame indissolubile tra letteratura, territorio e luoghi”.
“Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che diventi un momento di incontro in cui la cultura e la comunità si uniscono e si rafforzano reciprocamente”.
A presentare la cerimonia di premiazione è stata Ornella Sgroi, giornalista del “Corriere della Sera” che, con eleganza e bravura, ha catturato l’attenzione del folto pubblico con un ritmo vivace, mai banale, a tratti emozionante.
La regista Alessandra Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri, ha plaudito al “Premio Vigàta” , definendolo definendolo “faro di bellezza per la Sicilia”.
Oltre alla nipote, che ha partecipato all’evento in rappresentanza del Fondo “Andrea Camilleri”, partner dell’iniziativa, alla cerimonia sono intervenuti amici e colleghi.
IL PROFONDO LEGAME TRA ANDREA CAMILLERI E GELA
Si è raccontato tanto del padre del Commissario Montalbano e della preziosa eredità letteraria che ha trasmesso: un tesoro da custodire e consegnare nelle mani delle giovani generazioni.
Il “Premio Vigàta” è nato in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Andrea Camilleri e il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” ed è stato patrocinato dal Comune di Gela, con il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore comunale alla Cultura, Peppe Di Cristina.
Il premio si inserisce nell’ambito della manifestazione “Gela tra mito e letteratura”, che si avvale del supporto di un autorevole comitato scientifico composto da Andrea Cassisi giornalista di “Avvenire”, Vincenzo Castellana alla direzione creativa di Casa Grazia, Sarah Zappulla Muscarà dell’Università di Catania ed Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano.
L’obiettivo dichiarato è sancire il profondo legame tra Andrea Camilleri e la città di Gela da cui lo scrittore ricevette, durante una cerimonia svoltasi a Roma nel 2017, la cittadinanza ad honorem.
Senza dimenticare che, nel 1982, proprio Gela fu la prima città a riconoscere il suo talento con l’Accademia Eschilea conferendo, a un autore ancora sconosciuto, un tributo per il romanzo intitolato “Un filo di fumo”, edito da Garzanti.
La professoressa Sarah Zappulla Muscarà, presidente della giuria del “Premio Vigàta”- composta, tra gli altri, dall’ideatore Felice Cavallaro, giornalista del “Corriere della Sera” e presidente de “La Strada degli Scrittori”, da Maria Grazia Di Francesco Brunetti, da Andrea Cassisi e Francesco Liardo, CFO di Sicilsaldo Group – ha svelato alcuni retroscena del premio conferito allo scrittore, a distanza di circa quarant’anni.
“Faticai non poco – ha raccontato – a convincere Gesualdo Bufalino, che era tra gli altri in giuria insieme a Federico Hoefer e Salvatore Sciascia, a premiare Andrea Camilleri insistendo proprio sull’originalità del suo linguaggio letterario”.
La professoressa si è dichiarata orgogliosa e felice del “Premio Vigàta” perché promuove la cultura, incentivando la lettura.
“Il libro – ha concluso – è l’unico strumento, come scriveva Orazio, che vive aere perennius, più duraturo del bronzo”.

TUTTI I PREMIATI
La giuria ha premiato personalità di rilievo del giornalismo e della narrativa, a partire da Donata Agnello, direttrice del mensile “I Love Sicilia”, un magazine che affronta gli aspetti della bellezza, dell’arte, dell’innovazione e della capacità produttiva dell’isola, senza trascurarne i paradossi, i ritardi, le contraddizioni e gli aspetti critici.
Nella stessa categoria, è stato premiato Mario Andreose, giornalista, traduttore e scrittore, presidente de “La nave di Teseo” e figura storica dell’editoria, protagonista di primo piano della cultura libraria italiana dalla fine degli anni Cinquanta a oggi: dall’esperienza nel Saggiatore alla direzione della Bompiani, all’amicizia e al sodalizio con Umberto Eco, fino alla nuova, importante iniziativa, la fondazione della casa editrice condotta al fianco di Elisabetta Sgarbi.
Per la narrativa, il premio è stato assegnato a Michele Brambilla e a Paolo Di Stefano.
Il primo, direttore del “Secolo XIX”, al culmine di una carriera giornalistica di grande prestigio, è autore di un noir fortemente intrigante e sorprendente tra cronaca e memoria, intitolato “Non è successo niente di grave”: una brutta storia che tra l’inverno e la primavera del 1980 sconvolge la tranquilla Brianza, mettendo alla prova l’ostinazione e l’intuito di un cronista d’altri tempi.
Il secondo, giornalista culturale del “Corriere della Sera” e scrittore pluripremiato per romanzi familiari e sociali che affrontano i momenti chiave della storia italiana e in particolare siciliana, con “Una giornata meravigliosa” edito da Feltrinelli, conduce i lettori attraverso un giorno di settembre, dall’alba alla notte, nell’intreccio folle di storie grottesche, comiche e tragiche.
Un romanzo singolare, di grande fascino, che sfida il tempo attuale, inseguendo molteplici variegate vicende e personaggi che si muovono nella commedia umana, spesso vertiginosa e incomprensibile, del presente.

A Silvana Grasso, scrittrice e filologa, “per l’originalità nell’invenzione linguistica, la potente magmatica lingua letteraria che la scrittrice forgia e scolpisce come uno scultore, per le innovazioni di merito, di metafora e similitudine testualmente citate dalla prestigiosa Treccani”, è stato consegnato il “Premio Speciale Vigàta” da Maria Grazia Di Francesco Brunetti.
Con la sua vis teatrale, Silvana Grasso, vulcanica come la terra da cui proviene, Giarre, ha ipnotizzato il pubblico di Casa Grazia con alcune performance linguistiche tra il greco e il siciliano, rendendo vive e contemporanee, alla stregua di Andrea Camilleri, le radici dell’identità isolana.

