Prima lo “spettacolo” gradevole, poi la vergogna. In occasione della “Settimana della Legalità”, anche Anas – fa sapere con un comunicato stampa – ricorda i giudici Rosario Livatino e Antonino Saetta (quest’ultimo morto insieme al figlio Stefano che viaggiava con lui in auto come passeggero), uccisi in seguito ad agguati mafiosi avvenuti rispettivamente il 21 settembre 1990 e il 25 settembre 1988. I due giudici persero la vita mentre attraversavano la vecchia strada statale 640, entrambi finiti sotto i colpi di arma da fuoco di alcuni sicari assoldati in quel periodo da cosa nostra. Per questa ragione Anas, in collaborazione con il contraente generale Empedocle 2, ha deciso di ricordare Livatino e Saetta cambiando il colore delle luci notturne dell’impianto di illuminazione del ponte ad arco San Giuliano, lungo la nuova SS640, che in questi due giorni di ricorrenza passa dal classico colore viola al tricolore della bandiera italiana.  Il ponte San Giuliano, entrato in funzione il 17 luglio scorso, risulta essere, ad oggi, una delle opere di maggiore rilievo della nuova SS640 “Strada degli Scrittori”. Un piccolo, sentito e doveroso atto di riverenza – conclude Anas – verso due grandi giudici che hanno sacrificato la loro vita nella lotta al sistema mafioso”.
Dalla grande bellezza alla grande vergogna in pochi Km
Tutto molto bello avrebbe detto il grande e indimenticato Bruno Pizzul, peccato che a qualche chilometro di distanza da questo spettacolare evento, si compie ogni giorno e notte, da mesi ormai, lo scempio della memoria del giudice Saetta. La piazzola di sosta dove si erge l’immagine artistica del volto del giudice ucciso dalla mafia è ormai considerata una pattumiera dalla gentaglia che vi transita. Da qui passano anche magistrati, “vip” o presunti tali, i quali si sono ben guardati dal sollecitare chi di dovere a far rimuovere l’immondizia lasciata da qualche cialtrone di passaggio. Mesi e mesi di articoli di denuncia da parte di Report Sicilia, finiti sempre nel cesso. Una vergogna che si spera, a poche ore dall’anniversario del delitto del giudice del figlio, possa essere rimossa per sempre. Che sia responsabilità di Anas, del Comune di competenza, dei marziani qualcuno tra queste istituzioni ha l’obbligo di ordinare a due netturbini di andare a rimuovere quella immondizia da mesi sotto l’immagine del volto di Saetta.

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