Dopo i rumors delle scorse ore arrivano le prime conferme sull’indagine svolta dalla Procura di Agrigento per fare luce sulle cause della morte di Marco Chiaramonti, avvenuta sabato sera lungo viale Emporium. A essere iscritto per primo sul registro degli indagati è Alberto Avenia, dirigente del Comune di Agrigento a capo del settore che si occupa tre le altre incombenze, della manutenzione delle strade. L’ipotesi di reato contestata è quella di omicidio colposo. Come sempre è fondamentale evidenziare un passaggio cruciale: si tratta comunque di un atto dovuto – strettamente collegato all’esame autoptico – per permettere all’indagato di esercitare il diritto alla difesa e poter così nominare consulenti di parte e assistere a tutte le operazioni. Senza dunque l’iscrizione sul registro degli indagati, la vicenda non può procedere, appunto a garanzia di tutte le persone interessate in qualche modo alla vicenda stessa. L’autopsia sulla salma di Marco si terrà sabato prossimo. I familiari della vittima hanno nominato gli avvocati Angelo Farruggia e Salvatore Amato. Le indagini sono svolte sul campo dai carabinieri e vengono coordinate dal sostituto procuratore Gaspare Bentivenga. A questo punto però non è da escludere che sul registro degli indagati possano essere iscritte altre persone, anche di altri enti o aziende.

Attenzione massima agli aspetti medico legali

Da evidenziare inoltre come la Procura abbia nominato una squadra di esperti che si occuperà degli atti irripetibili: il medico legale Alberto Alongi e il tossicologo forense Pietro Zuccarello. E’ indispensabile accertare con scientifica certezza lo stato di salute dell’uomo negli istanti che hanno anticipato lo schianto, sgomberando eventualmente il campo dall’ipotesi di un possibile malore, capace di fare perdere il controllo della moto, indipendentemente dalla presenza o meno della buca sospetta. Intanto in città cresce lo sdegno tra coloro i quali attribuiscono alla buca la responsabilità della tragedia. Il “processo” dell’opinione pubblica ha già emesso la propria sentenza, prima che la Procura abbia avuto modo di mettere tutti gli elementi sul tavolo. Certo, la buca è fortemente sospettata, ma in questa tragedia servono certezze granitiche. Come quella che vorrebbe il sindaco Francesco Miccichè disporre il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Una scelta che – indipendentemente dal verdetto della “giuria popolare” – appare abbastanza discutibile.

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