L'ingresso del nuovo dissalatore

La città che ha il nuovo dissalatore è in piena emergenza idrica. Già, Pirandello non avrebbe saputo fare di meglio per puntare al secondo Nobel. Accade proprio nella “sua” Porto Empedocle che l’erogazione dell’acqua in numerose zone avvenga anche dopo dieci giorni e passa. Una vergogna che si protrae da decenni e che tutti in città auspicavano potesse essere almeno alleviata dalla realizzazione del contestatissimo impianto gestito da Siciliacque. Ma dove va a finire l’acqua prodotta? Porto Empedocle non dovrebbe essere la prima a fruire, almeno per motivi logistici, di un discreto quantitativo del cosiddetto “prezioso liquido”? A porsi queste e altre domande è anche il consigliere comunale empedoclino Giuseppe Grassonelli: “La prima è sul nodo di Villaseta a servizio della città di Agrigento, poiché questa notizia ha portato tanta indignazione fra i cittadini della nostra comunità. La realizzazione dell’opera, si sa, ha portato per circa tre mesi tanti disagi alla nostra città; non sto qui ad elencarli perché di dominio pubblico. Se la notizia fosse confermata, verrebbe da dire dopo il danno anche la beffa. Al sottoscritto, in verità, risulta che la produzione idrica del dissalatore dovrebbe asservire tutto l’Ambito AG9 e non solamente la città di Agrigento e quindi fare parte a tutti gli effetti del Piano D’Ambito del Servizio Idrico Integrato. In definitiva una quota dell’acqua prodotta dal dissalatore spetta anche alla città di Porto Empedocle. La seconda riflessione – sottolinea Grassonelli, nella foto in basso – è sulle dichiarazioni del nostro presidente della regione, in particolare quando afferma che l’entrata in funzione del dissalatore è una risposta immediata e tangibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Ad oggi  di tangibile ed immediato, grazie anche ai poteri straordinari del commissario Nicola Dell’Acqua, abbiamo solamente la realizzazione del dissalatore, mentre a Porto Empedocle la distribuzione dell’acqua continua ad essere scarsa e, mi si permetta la battuta, la papera nun galleggia!”

“Dove va a finire l’acqua prodotta? Invece di aumentare la dote diminuisce”

E ancora: “Nei mesi che vanno da maggio a settembre la popolazione empedoclina è sia residenziale che fluttuante. Fino alla prima settimana di agosto la turnazione fatta da Aica era di 1 volta ogni 3 giorni per tutta la città, da giorno 10 con il dissalatore in produzione la turnazione passa ad 1 volta ogni 5/6 giorni per la zona centro e 1 volta ogni 7 giorni per la periferia e la zona balneare. Mi chiedo come sia possibile che con il dissalatore in produzione la distribuzione dell’acqua invece di aumentare sia diminuita? Come sia possibile che la zona centro soffra ancora visto che, grazie anche alla sua intuizione e caparbietà, è stato realizzato uno stacco diretto dalla linea principale del dissalatore al serbatoio San Calogero Napoletano? Fermo restando le criticità ataviche inerenti alla turnazione idrica zona Caliato e San Calogero Napolitano, e le numerose perdite idriche presenti sul territorio ormai da anni per mancanza adeguata manutenzione, appare del tutto incomprensibile dopo l’avvio della produzione idrica del dissalatore la persistente crisi di acqua nel nostro paese”. Dulcis in fundo: “Se, come afferma il presidente della regione, il dissalatore di Porto Empedocle a fine agosto è entrato a pieno regime – ma a me risulta ad oggi non andare oltre il 50% – dove va a finire tutta l’acqua prodotta visto che a Porto Empedocle ci sono interi quartieri in sofferenza? Non è che se la piglia la città di Agrigento e qualche comune politicamente forte e noi stiamo a guardare?” Da ricordare come nei prossimi giorni dovrebbero essere in programma incontri istituzionali tra Comune e Siciliacque per fare il punto della situazione, in vista dell’auspicabile aumento della dotazione idrica per Porto Empedocle. Del resto Pirandello un Nobel lo ha già vinto da vivo, uno alla memoria non è previsto. Per ora.

 

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