La decisione di AICA di escludere tutte le associazioni dalla Consulta non è un episodio isolato, ma l’ennesimo tassello di un mosaico che racconta, da anni, come ad Agrigento la politica abbia scelto la strada delle logiche mafiose e massoniche deviate, anziché quella della trasparenza e della partecipazione.

Ufficialmente, la motivazione riguarda presunte irregolarità documentali. Ma la realtà è evidente: la Consulta, nata per vigilare sul servizio idrico, aveva da tempo alzato la voce su bilanci, gestione e malaffare. Per questo è stata smantellata.

Un metodo che rientra pienamente in quello che in città ormai viene definito il “Sistema Miccichè”, una rete di potere che intreccia politica, affari e burocrazia, con la complicità di istituzioni spesso distratte o silenziose.


SUV della vergogna

Un episodio simbolico è quello dei quattro SUV acquistati dal Comune di Agrigento per 120mila euro, fondi destinati ai minori e ai centri estivi. Un atto giudicato doloso dalla Corte dei Conti, che ha condannato tra gli altri Gaetano Di Giovanni, ex dirigente, già in seguito colpito anche da una condanna per corruzione a Palermo. Una vicenda che mostra come i soldi pubblici, anziché andare ai più deboli, siano stati dirottati per spese inutili e scandalose.


Assunzioni pilotate e intercettazioni imbarazzanti

Nei fascicoli giudiziari sono finite conversazioni che parlano apertamente di “assunzioni del sindaco”, con elenchi e nomi legati direttamente a Palazzo dei Giganti. Nonostante ciò, nessuna presa di posizione chiara è arrivata. Silenzio tombale, come se non fosse accaduto nulla.


Villa del Sole: un cantiere abusivo tollerato

La demolizione della Villa del Sole per costruire un asilo è un altro tassello del sistema. Un’area vincolata, tutelata dalla legge, è stata trasformata in cantiere, con la Soprintendenza che solo dopo tre mesi ha sanato con un atto ritenuto illegittimo l’abuso edilizio. Eppure, nonostante fosse evidente la violazione, nessuna procura ha disposto il sequestro e nessun organo di polizia giudiziaria è intervenuto. L’asilo resta lì, abusivo, monumento all’impunità.


PRG e consulenti in odore di mafia

Il Piano Regolatore Generale di Agrigento è stato affidato a consulenti finiti sotto inchiesta per rapporti con ambienti mafiosi catanesi. Un altro episodio che conferma la permeabilità della macchina amministrativa a interessi che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico.


Concorsi e “falsi bandi”

Il concorso per vigili urbani, mai autorizzato dalla regione è diventato il simbolo di una gestione approssimativa e opaca. Una delle tante procedure finite sotto i riflettori per le troppe anomalie.


Caso Narbone: la lettera che racconta le gare d’appalto

La dipendente comunale Carola Narbone ha scritto una lettera che resta agli atti: dentro ci sono accuse pesanti su una gestione poco chiara delle gare d’appalto al Comune. Una denuncia interna che avrebbe dovuto aprire inchieste e controlli, ma che è stata invece derubricata a “questione interna”.


Affidamenti diretti e MEPA: la regola, non l’eccezione

Le gare gestite tramite MEPA e gli affidamenti diretti sono diventati la normalità. Stessi nomi, stesse procedure lampo, poca trasparenza e ancora meno concorrenza. Formalmente legittimo, ma sostanzialmente un sistema chiuso che alimenta sospetti e clientele.


Il nodo politico: Di Mauro e il “Sistema Agrigento”

Dietro tutto questo, resta la figura di Roberto Di Mauro, politico di lungo corso, sponsor del sindaco Miccichè e oggi indagato per associazione a delinquere (art. 416 c.p.) insieme ad altri. La Procura parla apertamente di un “sistema” che governa Agrigento, un intreccio di interessi e favori che spiega perché certe vicende qui passino sotto silenzio, mentre in altre province avrebbero fatto scattare indagini e arresti immediati.


Il filo rosso del potere

SUV, assunzioni, Villa del Sole, PRG, acqua, concorsi, Narbone, MEPA, Consulta AICA: episodi diversi ma uniti da un filo rosso. Quello di una politica che opera come un sistema mafioso e massonico deviato, dove il bene comune è sacrificato agli interessi di pochi.

Ad Agrigento, chi non si allinea viene escluso o rimosso. È successo alle associazioni della Consulta AICA, come era successo ad altri cittadini e funzionari prima di loro. E finché questo sistema resterà in piedi, la città e la sua provincia continueranno a vivere sotto il ricatto dell’opacità e dell’omertà.

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