La Mosella non è più una strada: è un pericolo pubblico. Quella che dovrebbe essere un’arteria di collegamento strategica tra due statali — la strada per Palma di Montechiaro e Licata da un lato e la cosiddetta “strada degli scrittori” dall’altro — è oggi ridotta a un percorso di guerra, disseminato di buche, crepe, crateri, erbacce che invadono la carreggiata e rattoppi improvvisati che non hanno mai retto.
Il paradosso dei divieti
Al posto della manutenzione, è comparsa la segnaletica: divieto di transito per biciclette e motociclette. Una scorciatoia amministrativa che scarica le responsabilità sugli utenti e non sugli enti. Così, chi percorre la Mosella in bici o in moto “è fuori legge”, ma chi dovrebbe garantire la sicurezza di un’infrastruttura pubblica resta immune da ogni colpa.
Eppure la Mosella è percorsa ogni giorno da auto, autobus, camion e persino ambulanze. Le immagini mostrano chiaramente i rischi: un mezzo di soccorso che trasporta un malato grave potrebbe restare intrappolato da una buca o da un restringimento improvviso della carreggiata.
Una strada di intersezione, può diventare di competenza ANAS
La normativa parla chiaro: le strade comunali che fungono da collegamento tra arterie statali devono ricadere nella gestione e manutenzione dell’ente superiore, in questo caso l’ANAS. Ma il Comune di Agrigento non ha mai formalizzato con forza la richiesta di presa in carico, lasciando che la Mosella restasse in un limbo burocratico. La Provincia, da parte sua, si è limitata a qualche pulizia straordinaria, senza affrontare il nodo principale: la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una strada strategica ridotta a mulattiera urbana.
I milioni arrivano solo adesso
Solo adesso, dopo anni di abbandono e denunce, la Mosella è stata finalmente inserita tra i progetti finanziati: circa 4 milioni di euro per il suo rifacimento. Ma il punto resta: perché fino ad oggi nessuno ha garantito la manutenzione ordinaria? Non servivano milioni per rattoppare buche, togliere gli alberi dalla carreggiata, pulire i margini e rendere almeno transitabile la strada.
Il finanziamento è una buona notizia, ma non può diventare l’alibi per l’incuria di anni.
La logica dello scaricabarile
Comune, Provincia, ANAS: nessuno sembra voler assumere la responsabilità della Mosella. E nel frattempo, gli automobilisti sono costretti a percorrerla a proprio rischio e pericolo, con il paradosso di un limite di velocità di 20 km/h su un’arteria di collegamento, come se bastasse un cartello per garantire l’incolumità di chi vi transita.
La Mosella diventa così il simbolo della cattiva amministrazione: finanziamenti arrivati solo oggi, manutenzione inesistente ieri, responsabilità sempre sfumate e cittadini lasciati soli.
Un appello alle istituzioni
È urgente:
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Un’ispezione congiunta immediata di ANAS, Provincia e Comune, con verbale pubblico delle criticità.
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Interventi tampone subito, senza aspettare i cantieri, su buche, alberi e segnaletica.
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Un cronoprogramma chiaro sull’avvio dei lavori finanziati.
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Chiarezza delle responsabilità, per evitare che la Mosella resti prigioniera di rimpalli burocratici.
Chi percorre la Mosella lo sa bene: è una roulette russa. Chi la amministra, invece, sembra limitarsi a cartelli e promesse. Ma la sicurezza dei cittadini non può aspettare: non basta vietare bici e moto per lavarsi le mani. Una strada è tale se garantisce a tutti di poterla percorrere senza rischiare la vita.
La Mosella è oggi il simbolo di un fallimento istituzionale, che non può più essere tollerato.
















