Un nuovo esposto è stato depositato oggi presso la Guardia di Finanza dai consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò, indirizzato alla Procura della Repubblica e alla Procura Generale della Corte dei Conti. Al centro della denuncia, la gestione delle risorse pubbliche da parte del Comune di Sciacca, definita dai proponenti “paradossale e inaccettabile”.
Secondo quanto riportato, emergono casi emblematici che mettono in luce una dinamica sempre più ricorrente:
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Beni pubblici venduti a pochi euro, con conseguente impoverimento del patrimonio collettivo.
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Indennizzi milionari a privati, spesso senza regolari perizie estimative né un’istruttoria adeguata.
Il caso più eclatante riguarda un terreno acquistato da un privato per 16.000 euro, per il quale il Comune avrebbe corrisposto un indennizzo di 206.000 euro. Nonostante il pagamento, il terreno risulta ancora nella disponibilità del privato, perché gli atti non sarebbero stati regolarizzati.
E non si tratta di un episodio isolato: già in passato era stato segnalato un esborso di oltre mezzo milione di euro per terreni mai formalmente acquisiti al patrimonio comunale.
Per i consiglieri, non è solo una questione giudiziaria che spetta alla magistratura chiarire, ma soprattutto un problema etico e morale.
«Un Comune – si legge nella nota – non può amministrare come se gestisse interessi privati, né può sperperare risorse pubbliche con leggerezza, senza trasparenza e senza tutela dell’interesse generale».
Brucculeri e Blò lanciano quindi un duplice appello:
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Ai cittadini, perché rompano il silenzio e sostengano questa battaglia “per la dignità della città e l’etica pubblica”.
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Ai media, perché facciano luce su vicende che rischiano di restare coperte da un “velo di omertà” sulle storture amministrative.
«Noi stiamo provando a rompere questo silenzio – concludono – ma da soli non ce la possiamo fare. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per trasformare questa denuncia in un movimento collettivo e vincere la guerra più importante: quella per la moralità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica».

