Ci sono anche due donne disperse, a Favara e alacremente ricercate dai vigili del fuoco, dai carabinieri e c’è pure il sindaco in azione, nel bilancio della “bomba” d’acqua abbattutasi poche ore fa su Agrigento e dintorni. Una delle donne è già stata ritrovata e si sta cercando di recuperarla, mentre le ricerche continuano di una ragazza di 15 anni che viaggiava su una minicar. Si sarebbe confusa, è scesa dall’auto ed è stata travolta, anche lei nel grosso canale di raccolta nei pressi del vallone di piazza Giarritella. Anche qui ovviamente ricerche frenetiche. Strade allagate come se fossero inondate dai fiumi, tombini scoperchiati, danni alle auto, traffico impazzito e, incredibile ma vero, scuole aperte nel capoluogo. Il sindaco Miccichè a differenza delle altre volte, quando l’allerta meteo era stata diramata come fatto l’altroieri, era solito allegare la postilla sulle scuole chiuse, in base alle indicazioni fornitegli dalla Protezione Civile. Stavolta qualcosa sarà andato storto, perchè le scuole erano aperte, con tutto quello che ne consegue. Tra l’altro in alcune scuole del capoluogo si sono registrate vere e proprie inondazioni, come all’istituto Gallo (nella foto in basso) e nella sede del liceo scientifico Leonardo di via Dante.
Bilancio in aggiornamento
Il dramma però potrebbe consumarsi a Favara, dove secondo le prime ricostruzioni, la donna al momento dispersa, sarebbe scesa dalla sua auto mentre la strada era già invasa dall’acqua. In pochi secondi la corrente l’avrebbe trascinata dentro un canale di raccolta. Sul posto sono arrivati subito i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i sanitari del 118. Le ricerche sono ancora in corso: squadre a terra e unità fluviali stanno battendo il tratto interessato, ma finora la donna non è stata ritrovata. In attesa di aggiornamenti su questa vicenda che tutti speriamo si concluda per il meglio, resta il disastro sulle nostre strade. Su Agrigento stendere il solito velo pietoso è d’obbligo, basti pensare a San Leone o al Villaggio Mosè, come sempre ridotti quartieri marini. Senza sturare i tombini e gestire al meglio i terreni adiacenti questi sono i risultati. Da alcuni minuti il maltempo sta dando una tregua, con la speranza che la conta dei danni si limiti “solo” a quelli materiali. Vi aggiorneremo nelle prossime ore. Nota a margine: i sindaci (tutti i sindaci) che emettono le allerta meteo (su indicazione della protezione civile) dovrebbero semplicemente effettuare un grande esame di coscienza. Avvisare la gente, i loro concittadini, sui pericoli in cui possono incappare quando avvengono precipitazioni particolarmente intense, non li esonera dalle enormi responsabilità anche penali, per le condizioni pessime in cui mantengono le loro città. Tombini chiusi da anni, abusivismo edilizio incontrollabile e incontrollato, strafottenza generale sono alla base dei disastri, alimentati ovviamente da qualche pioggia più intensa del solito. La magistratura dovrebbe intervenire per porre fine alla farsa delle allerta meteo per pararsi la coscienza e, la fedina penale. I sindaci facciano i sindaci e dispongano per tempo interventi di messa in sicurezza delle caditoie e delle altre infrastrutture idrauliche necessarie a evitare simili disastri. E tragedie.





