Ad appena sette mesi dalle elezioni amministrative, il sindaco di Agrigento Franco Miccichè continua a distribuire incarichi fiduciari, scelte che – pur formalmente legittime – assumono sempre più i contorni di un avvio anticipato di campagna elettorale.
L’ultimo provvedimento Xerox+Scan_01102025123945 riguarda la nomina di Fabrizio La Gaipa, imprenditore e destination manager allegati+alla+d.s.+96+dichirazioni+e+curriculum, designato come esperto a titolo gratuito per le relazioni e gli scambi culturali internazionali finalizzati alla promozione turistica del territorio
Il profilo dell’incaricato
La Gaipa, volto noto dell’imprenditoria turistica e culturale, è amministratore dell’Hotel Costazzurra Museum & Spa, docente e consulente in ambito turistico, nonché già presidente del Consorzio Turistico Valle dei Templi. Nel suo curriculum figurano esperienze da giornalista, scrittore e organizzatore di eventi
Una figura di indubbia esperienza nel settore, che oggi entra a far parte a pieno titolo della squadra del sindaco.
Tempismo e opportunità
Se l’incarico è dichiaratamente gratuito e dunque non pesa sulle casse comunali, resta tuttavia il tema politico. A pochi mesi dalle urne, la continuità con cui il primo cittadino procede a nuove designazioni sembra avere più il sapore di un rafforzamento del consenso che di un reale intervento amministrativo.
Molti cittadini osservano con scetticismo: la città resta schiacciata da crisi idrica, strade dissestate, servizi sociali carenti e un degrado urbano diffuso. Eppure, il sindaco sembra concentrare le proprie energie sull’ampliamento della cerchia di collaboratori ed esperti.
Un film già visto
Non è la prima volta che Miccichè ricorre alla facoltà prevista dalla legge regionale 7/1992 per affidarsi a figure esterne. Ma a sette mesi dalle elezioni, queste nomine appaiono più come tappe di avvicinamento a una campagna elettorale che si preannuncia difficile, piuttosto che come atti di ordinaria amministrazione.
In altre parole, più che scelte per governare la città, sembrano mosse per governare il consenso.

