Lo avevamo scritto, dati alla mano: il debito di AICA non era un’invenzione giornalistica, ma una realtà pesante e ineludibile. Nonostante smentite e tentativi di minimizzazione, oggi la verità è nera su bianco: la stessa AICA ha formalizzato una proposta transattiva (Prot. PRT-0052514 del 24/09/20252025_09_25 da AICA_proposta transattiva[38]indirizzata all’amministratore delegato di Siciliacque, Stefano Mereu, e inviata per conoscenza al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, all’assessore all’Energia Francesco Colianni e al prefetto di Agrigento.
La proposta “a ribasso”
Il debito complessivo di AICA verso Siciliacque ammonta a circa 22 milioni di euro. Un importo cresciuto rispetto ai 18,96 milioni già certificati dal Tribunale di Palermo nel dicembre 2024, quando lo stesso giudice aveva proposto una conciliazione: 2 milioni da versare subito e 10,5 milioni in 15 rate.
AICA nel frattempo ha pagato i 2 milioni il 4 settembre 2025 e la prima rata degli interessi di mora. Oggi, però, propone una nuova transazione: saldare il debito con il pagamento di 14,5 milioni di euro complessivi, così suddivisi:
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1 milione di euro come acconto entro 30 giorni dalla firma;
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13,5 milioni in 36 rate mensili da 375.000 euro ciascuna.
In pratica, AICA chiede uno “sconto” di oltre 7 milioni di euro rispetto al dovuto.
Un debito trattato come merce da suk
È questa la fotografia che avevamo anticipato: invece di un piano di risanamento strutturale, AICA si muove come un debitore che contratta “a ribasso”, quasi fosse in un suk. Ma qui non si tratta di tappeti o spezie: sono milioni di euro di soldi pubblici, sulle spalle dei cittadini che già pagano bollette salate per un servizio idrico a singhiozzo.
La governance che pensa ad altro
Mentre i conti sono in rosso e i contenziosi con Siciliacque restano aperti, la presidente di AICA continua a occuparsi d’altro: alimenta guerre interne, cerca visibilità personale, propone perfino l’imbottigliamento di un’acqua che non c’è e ha estromesso l’unico organo – la Consulta delle Associazioni – che aveva vigilato su questo debito e sulle porcherie consumate in AICA e nell’ATI Idrico.
Non solo: è in corso un evidente tentativo di delegittimare Report Sicilia e il suo editore, “colpevoli” unicamente di avere detto la verità prima e meglio di altri, quando faceva comodo a molti che restasse nascosta.
La domanda finale
Oggi la realtà è certificata da un documento ufficiale: AICA deve 22 milioni e propone di pagarne 14,5.
Mentre i cittadini restano senz’acqua, subiscono turnazioni e servizi carenti, la gestione dell’idrico in provincia si riduce a una trattativa da bazar.
Fino a quando si potrà giocare a fare i mercanti su un bene primario come l’acqua?

