AGRIGENTO –Le indagini sull’incendio delle auto dell’ex assessore comunale Costantino Ciulla entrano in una nuova e più delicata fase.
Negli ultimi giorni, gli inquirenti hanno disposto perquisizioni in diversi luoghi della città, alla ricerca di elementi utili a chiarire le circostanze del rogo e il contesto nel quale è maturato.
Secondo quanto trapela, gli accertamenti non riguarderebbero direttamente l’ex assessore, che non risulta indagato né coinvolto, ma un gruppo di persone appartenenti a un’altra area politica che ultimamente hanno avuto anche a che fare con ambienti poco raccomandabili, riconducibile al sostegno di un consigliere comunale di schieramento diverso.
Una precisazione necessaria, perché – come spesso accade ad Agrigento – la confusione alimentata da chi tace o lascia intendere rischia di trasformare un’inchiesta complessa in un racconto distorto.
Un’inchiesta che sfiora la politica
Le perquisizioni ordinate dagli inquirenti non sono un atto di routine: indicano che qualcosa si muove sotto la superficie. L’obiettivo – secondo indiscrezioni – sarebbe quello di ricostruire la rete di rapporti e di contatti che gravitano intorno all’ex assessore e al gruppo di riferimento, non solo per comprendere l’origine del rogo, ma anche per capire chi aveva interesse a colpire o a lanciare un segnale.
Il rogo – che ha distrutto nella notte due automobili parcheggiate in via Michele Amari, a Villaseta – è solo il punto di partenza di una storia che, se confermata, rischia di allargarsi ben oltre la cronaca nera.
Tutti sanno, nessuno dice
Ad Agrigento è così: le verità circolano nei bar, nei corridoi, nei gruppi WhatsApp, ma non arrivano mai nero su bianco.
Eppure, molti conoscono i legami, i nomi, i rapporti.
Sanno chi ha sostenuto chi, chi ha protetto chi, e chi si è spinto oltre il confine della politica per difendere un sistema di potere che oggi scricchiola.
Dietro il linguaggio prudente delle note ufficiali si nasconde una realtà fatta di gruppi di influenza, pacchetti di voti, appalti e promesse.
Una rete che resiste, che si ricicla e che reagisce con violenza quando il gioco politico si inceppa.
Il silenzio delle istituzioni
Intanto, il Comune tace.
Nessun commento dal sindaco Miccichè, nessuna presa di posizione ufficiale dal consiglio comunale, nessuna parola dai partiti che fino a pochi giorni fa condividevano la stessa maggioranza.
Come se l’incendio, le perquisizioni e il clima di paura fossero un dettaglio secondario.
Eppure, un ex assessore e dirigente politico è oggi al centro di un’indagine che potrebbe svelare molto più di quanto si voglia ammettere.
E se davvero, come pare, le perquisizioni coinvolgono anche figure legate alla politica locale, sarebbe il momento per le istituzioni di rompere il silenzio e chiarire.
Agrigento, città dell’omertà culturale
Agrigento è diventata maestra nell’arte del non dire.
Si parla di cultura, di eventi, di grandi titoli, ma si evita accuratamente di toccare le corde scomode del potere reale.
Si chiudono gli occhi davanti all’evidenza, si aspettano le indagini “ufficiali”, si lascia passare la tempesta.
Ma questa città, che tra pochi mesi chiuderà l’anno da Capitale Italiana della Cultura, sembra incapace di essere capitale della verità.
Perché qui le fiamme non bruciano solo le auto: bruciano il coraggio, la coerenza e la dignità politica.
Report Sicilia continuerà a seguire l’inchiesta sulle perquisizioni e sui legami politici del gruppo riconducibile all’ex assessore Ciulla, in attesa che qualcuno – finalmente – parli chiaro.


