Dopo la segnalazione di Report Sicilia sulla discarica di Serraferlicchio, emerge che l’indagine era già in corso: 15 persone rinviate a giudizio.
Agrigento – Ciò che mesi fa era stato denunciato pubblicamente da Report Sicilia come un disastro ambientale nascosto tra le campagne di contrada Serraferlicchio, nei pressi di Fontanelle, si è oggi trasformato in un’inchiesta giudiziaria con 15 persone indagate.
Il pubblico ministero Elenia Manno ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per i soggetti coinvolti nella gestione illecita e nell’incendio di rifiuti. L’udienza preliminare, davanti al giudice Alberto Lippini, si terrà il 18 novembre.
Un terreno di 6 mila metri quadrati trasformato in discarica
L’area, estesa per circa 6 mila metri quadrati, era stata progressivamente trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto: mobili, elettrodomestici, plastiche, pneumatici, ferro, apparecchi elettronici e altri materiali altamente inquinanti venivano abbandonati e, in più occasioni, dati alle fiamme per liberare spazio.
Le immagini e i video pubblicati da Report Sicilia già lo scorso inverno avevano documentato colonne di fumo nero e cumuli di rifiuti che deturpavano completamente la zona rurale alle porte della città.
L’indagine era già in corso
Solo successivamente alla pubblicazione dell’inchiesta giornalistica si è scoperto che, già al momento della denuncia pubblica di Report Sicilia, era in corso una complessa indagine coordinata dalla Procura di Agrigento.
Gli investigatori avevano installato telecamere e seguito per mesi i movimenti di furgoni e autocarri appartenenti a imprese e privati che, in cambio di un compenso, scaricavano abusivamente i rifiuti nel terreno di Serraferlicchio.
L’area risultava nella disponibilità di Roberto Oddo e Concetta Verazzo, coppia che assisteva un anziano proprietario del terreno. Secondo la ricostruzione accusatoria, i due avrebbero gestito il sito come deposito illecito di rifiuti, con la complicità di altri soggetti.
I quindici rinviati a giudizio
Oltre ai due principali utilizzatori del terreno, risultano indagati:
Calogero Meli, Pietro Ferlisi, Dario Priolo, Giuseppe Casà, Patrizio Cusumano, Francesco Carbone, Angelo Mandracchia, Salvatore Lazzara, Alberto Corso, Calogero Lentini, Antonio Galluzzo, Luigi Calì ed El Hadji Seck.
Tra i difensori figurano gli avvocati Gianfranco Pilato, Fabio Inglima Modica, Daniele Re e Leonardo Marino, che potranno richiedere riti alternativi.
I reati ipotizzati sono gestione illecita di rifiuti e incendio doloso, commessi in concorso con altre persone non ancora identificate.
Il caso Serraferlicchio come simbolo del degrado ambientale agrigentino
La vicenda di Serraferlicchio è solo l’ennesimo esempio di un sistema di abbandono e bruciatura di rifiuti che, da anni, infesta le periferie agrigentine.
Un fenomeno che si ripete in più zone, spesso sotto gli occhi di tutti, senza che gli enti preposti intervengano tempestivamente.
Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, non può convivere con queste “bombe ecologiche” a pochi chilometri dai quartieri abitati, dove l’odore acre dei roghi illegali è diventato parte della quotidianità di molti cittadini.
Report Sicilia: “Il nostro lavoro è un dovere civico”
Dalla redazione di Report Sicilia fanno sapere che la denuncia pubblica, pubblicata mesi fa, nasceva da una segnalazione diretta dei cittadini e dal successivo sopralluogo redazionale.
“Non sapevamo che la Procura avesse già avviato un’indagine – spiegano – ma è una buona notizia che il lavoro investigativo stia ora portando alla luce responsabilità precise. Questo dimostra che l’impegno civico e quello giudiziario possono camminare insieme per difendere il territorio e la salute dei cittadini”.
Bonifica ancora lontana
Nonostante il sequestro dell’area, la bonifica del sito resta ancora da avviare.
Secondo le stime tecniche, serviranno risorse significative per rimuovere i rifiuti e risanare il terreno contaminato.
Intanto, l’inchiesta della Procura rappresenta un segnale chiaro: anche i reati ambientali, spesso ignorati o sottovalutati, stanno finalmente trovando la giusta attenzione giudiziaria.

