I favaresi, ma tutti noi, vogliono e vogliamo sapere come Marianna Bello sia scomparsa dopo essere stata inghiottita da un collettore. La narrazione di questi undici giorni di disperate ricerche della moglie e madre di 3 figli in tenera età racconta dello spiegamento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, del sindaco Palumbo che in prima persona si sta spendendo in vere e proprie battute nei terreni anche più impervi, con la speranza di trovare la ragazza inghiottita dal torrente in piena, scatenatosi in centro città 11 giorni fa. Cani, elicotteri, motovedette, telecamere, sonde, per fino qualche sensitivo, tutto è stato fatto e si sta facendo per trovare, a questo punto, i resti di questa sfortunata donna. Ai soccorritori nulla si può contestare, nessun risparmio, nessun tentativo anche disperato è stato evitato. Ma adesso, in attesa che si trovi il corpo di Marianna e venga restituito alla famiglia, si attendono riscontri concreti sul fronte delle indagini aperte dalla Procura della Repubblica di Agrigento. E’ certo che gli inquirenti attendano la conclusione delle ricerche, per cristallizzare l’ipotesi di reato da – eventualmente – contestare a chi – eventualmente – venisse iscritto sul registro degli indagati. L’attenzione della magistratura è destinata a posizionarsi in massima parte su chi avrebbe dovuto gestire quel maledetto collettore che, dalle prime testimonianze subito dopo la tragedia, pare non fosse esattamente chiuso come da protocollo. Ci sarebbe infatti da fare luce sulle griglie che non sarebbero state tutte regolarmente chiuse, come dalle foto in nostro possesso, che in condizioni normali avrebbero quasi certamente trattenuto il corpo di Marianna, spinta dalla furia del torrente creatosi per la straordinaria mole di pioggia abbattutasi su Favara, quella mattina di 11 giorni fa. Il capo o i capi di imputazione sono al momento non facili da individuare, dato che ancora Marianna risulta essere scomparsa e non ancora dichiarata morta. Probabilmente, nella giornata di lunedì se ne saprà molto di più, anche in vista della decisione sull’eventuale prosecuzione delle ricerche.
Il luogo dove la donna di Favara è stata travolta dal fiume d'acqua 




