A luglio Anas era stata gentilissima e chiara con Report Sicilia. In una nota inviataci su nostra sollecitazione, evidenziò come “la ripresa dei lavori è prevista per il mese di settembre 2025 e l’ultimazione degli stessi entro la fine del primo semestre 2026″. Ma a quali lavori si riferiva? A quelli per riaprire dopo tre anni il minuscolo, ma fondamentale viadotto Maddalusa, in corrispondenza dello svincolo tra SS115 e SS640. Scriveva Anas che “nel giugno 2023 sono stati riaffidati a una nuova impresa, al termine della conclusione della rescissione contrattuale con l’impresa precedentemente incaricata. La nuova ditta ha avviato prontamente le attività, completando la realizzazione delle pile 1 e 2 oltre al ripristino delle spalle e dei relativi muri d’ala”. Pubblicammo integralmente la nota, senza alcun commento: “Nel corso dei lavori si sono manifestate alcune criticità durante l’esecuzione della pila 3, legate alle operazioni di perforazione per le opere di sottofondazione che ne hanno rallentato l’esecuzione. Ad oggi, i lavori risultano sospesi per la redazione di una perizia di variante resasi necessaria in quanto ulteriori verifiche tecniche eseguite sul viadotto hanno evidenziato un peggioramento delle condizioni dell’impalcato”.
I mesi passano, nessuno lavora, la gente s’indigna

Anas non usava giri di parole o artifizi dialettici: “La suddetta perizia di variante tecnica, che è in corso di finalizzazione/autorizzazione, prevede la sostituzione dell’attuale impalcato – composto da travi in cemento armato precompresso e soletta in calcestruzzo armato – con un nuovo impalcato a struttura mista, costituito da travi in acciaio e soletta in conglomerato cementizio armato. La ripresa dei lavori è prevista per il mese di settembre 2025 e l’ultimazione degli stessi entro la fine del primo semestre 2026″. Bene, anzi, male, malissimo, visto che i lavori non sono ripresi come promesso e il calendario racconta la metà di ottobre. Abbiamo chiesto informazioni su questo ennesimo ritardo, ma al momento di scrivere non abbiamo ricevuto alcuna risposta da Anas. Auspichiamo analoga cortesia e trasparenza manifestata nel luglio scorso, quando promisero la ripresa dei lavori due mesi dopo. La perdurante chiusura di questo piccolo, ma fondamentale snodo viario siciliano è causa di enormi disagi ancora di più da questa mattina, da quando cioè è stato chiuso il viadotto Re, nella parte alta della Ss 115, con deviazioni nel centro abitato di Porto Empedocle e nelle arterie periferiche. Porto Empedocle dunque, almeno fino alla metà del prossimo novembre – quando è prevista la chiusura dei lavori sul viadotto Re – è sostanzialmente isolata, con enormi difficoltà di accesso e uscita dal proprio territorio, a meno che non si affitti un gommone o si usi il mare per viaggiare. Una roba dell’altro mondo, al cospetto di istituzioni incapaci di coordinare un calendario dei lavori stradali, in grado di garantire i lavori, ma anche la vivibilità del territorio. Senza dimenticare lo scandalo del viadotto Akragas, destinato ormai al decennale dall’avvio dei lavori e dalla sua parziale chiusura.

