Abbiamo scoperto che i ragazzi e non solo loro oggi escono di casa armati. Ci voleva l’ennesimo omicidio, stavolta a Palermo, nella cosiddetta “movida”, ad opera di un avanzo di galera libero di scorrazzare per la città con una rivoltella, per farci ricordare che le nostre strade, le nostre città sono Far West, terra di nessuno. Pochi poliziotti, pochi carabinieri, vigili urbani nemmeno a parlarne, qualche militare a passeggio sulla loro bella Jeep. Lo Stato sulle nostre strade non c’è, ma non c’è nemmeno nei palazzi delle istituzioni, con una magistratura lenta e spesso distratta e amministrazioni comunali che pensano solo a fare e dare soldi ad amici e amici degli amici. Gli organici delle forze dell’ordine non sono sufficienti, tra crisi delle “vocazioni” e gente imboscata negli uffici ad aspettare la pensione. E poi, le famiglie: un padre, una madre, devono sapere se i propri figli, specie se minorenni, escono da casa col “ferro” o il coltello in tasca. Devono insegnare ai loro figli che se il “ferro” lo porti potresti usarlo in qualche momento in cui ti si chiude la vena. Invece no, i genitori 2.0 se ne fottono dei loro figli e questi sono i risultati. Basta uno sguardo non gradito, un colpo di clacson in più al semaforo e i “ragazzi” sparano, come si fa in Gomorra o nelle altre fiction di merda che alimentano le menti disagiate di milioni di persone.
Che fine ha fatto l’umanità?
Queste poche righe sono scritte di getto, da genitore che ai propri figli raccomanda perfino di non bere alcolici, figurarsi armarsi per andare in giro con la fidanzata. Il mascalzone che ha ucciso il giovane barista sabato sera a Palermo è figlio di un delinquente, condannato per tentato omicidio. Il figlio ha saputo fare meglio, con l’orgoglio che sa di beffa, di farsi il video su TikTok, utilizzando perfino la figlia di due anni. Che fine ha fatto l’umanità? Boh, inutile rivolgersi alle istituzioni, alla chiesa. A Palermo hanno scoperto che i ragazzi girano armati. Bella scoperta. Come lo hanno scoperto a Napoli, a Milano, nella piccola e desolata Agrigento, dove anche al Viale della Vittoria un ragazzino non può circolare con serenità perchè qualche testa di minchia col coltello lo minaccia per farsi consegnare il cellulare e le scarpe firmate. Vi ricordate i Vespri Siciliani? Quando nei primi anni 90 la mafia – non questi minchioni strafatti di Gomorra – sparava e uccideva “H24” lo Stato dell’epoca mandò in Sicilia l’esercito. Non quello che c’è in giro oggi a spasso sulle Jeep. C’erano posti di blocco quasi ad ogni angolo, c’erano perquisizioni da parte dei carabinieri, più liberi di andare a mettere pressione ai delinquenti, comuni e meno comuni. Non si debellò la mafia con quello, ma almeno si avvertiva un senso di maggiore sicurezza. Ad Agrigento come a Palermo o nella Milano dei “maranza”, lo Stato deve rimandare l’esercito, non a passeggiare con la Jeep, ma a mostrare i muscoli, a prendere per i capelli il primo minchione che fa lo “sperto” e fargli passare almeno un paio di notti nel gabbio.
Pessimi esempi a portata di mano …
E poi, un pensierino a certi sindaci. La scorsa estate il sindaco di un paesino dell’agrigentino fu “costretto” da Report Sicilia(!!) ad annullare il concerto nella piazza del suo paese di un giovane cantante che nelle sue “canzoni” manifesta “fastidio” verso lo Stato in tutte le sue forme, inneggiando anche al “ferro”, inteso non come metallo. Quel sindaco non sapeva chi fosse l'”artista” “invitato” per la festa del paese dall’associazione che organizzava l’evento e, dopo le “sollecitazioni” pervenutegli anche dalla Questura, il concerto venne annullato. In altri comuni questi “artisti” sono sempre più soliti esibirsi, anche perchè hanno un incredibile seguito di fans. Ed è questo il dato che lascia sgomenti. La “cultura del ferro” crea sempre più proseliti e poi ci si stupisce e indigna se il primo minchione di turno, spara e ammazza, a pochi metri dal Teatro Massimo. Chi manifesta per la Palestina, per pura solidarietà o per questioni politiche, si prepari a scendere civilmente in piazza per sollecitare interventi seri per le proprie città. Chiosa: lo Stato di cui sopra, non osi aspettare che a cadere sulle nostre strade violente sia un esponente delle proprie forze dell’ordine. Sarebbe offensivo per gli stessi tutori dell’ordine che danno l’anima nel loro lavoro per quattro euro e, ovviamente, per la gente.


