Agrigento – Mentre la presidente di AICA Danila Nobile è impegnata a diffondere note stampa, a rispondere alle critiche e a gestire le proprie “guerre personali”, ad Agrigento la situazione idrica precipita ogni giorno di più.
Persino il Comune di Agrigento, stanco dell’inerzia dell’azienda idrica, è stato costretto a intervenire con una ordinanza di diffida formale contro la stessa AICA.
La Ordinanza Dirigenziale n. 281 del 13 ottobre 2025 Ordinanza+Dirigenziale+2025-281, firmata dall’ingegnere Alberto Avenia, responsabile del Settore Lavori Pubblici, ordina alla presidente Nobile e al direttore generale ing. Francesco Fiorino di intervenire entro 10 giorni per il ripristino della rete idrica in via delle Viole e via Gela, dopo mesi di perdite segnalate e ignorate.
Un fiume d’acqua per strada e un muro di silenzio
Dal 27 luglio al 26 settembre, il Comune ha inviato undici solleciti all’AICA: note protocollate, segnalazioni tecniche, richieste di intervento.
Tutte rimaste senza risposta.
Nel frattempo, l’acqua – quella stessa risorsa che manca ai rubinetti dei cittadini – scorreva per le strade, disperdendosi tra le buche e le voragini aperte dal cedimento della sede stradale.
La relazione del Comune è chiara:
“Nonostante i ripetuti solleciti, ad oggi non risultano lavori di ripristino della rete idrica. La perdita rappresenta un pericolo e una minaccia per la pubblica incolumità.”
AICA, che dovrebbe essere l’ente gestore dell’acqua pubblica e garante della manutenzione, viene così formalmente diffidata dal suo stesso Comune capoluogo.
Il Comune minaccia la segnalazione all’Autorità Giudiziaria
L’ordinanza è durissima: se AICA non interverrà entro dieci giorni dal ricevimento, il Comune provvederà a segnalare la mancata esecuzione all’Autorità Giudiziaria.
Un atto che rappresenta una rottura istituzionale senza precedenti, segno del livello di esasperazione raggiunto anche all’interno della macchina amministrativa.
AICA, tra proclami e inadempienze
Mentre i cittadini restano senz’acqua, mentre le condotte cedono e le strade si spaccano, la presidente Nobile è impegnata in tutt’altro:
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pubblica comunicati stampa contro la stampa critica;
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rilancia sui social le note del cosiddetto Forum per l’Acqua Pubblica, gruppo non riconosciuto e privo di legittimazione giuridica;
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e usa lo staff personale (del quale non esistono atti pubblici di nomina né costi dichiarati) per fare propaganda invece di gestire emergenze.
L’acqua si disperde, i cittadini pagano, e la trasparenza resta solo una parola nei comunicati ufficiali.
Una macchina amministrativa ferma al palo
Ma la responsabilità non è solo di AICA.
La macchina amministrativa comunale, che da mesi segnala e sollecita senza ottenere risposta, dimostra anch’essa un’inaccettabile lentezza.
Sono serviti due mesi di lettere e protocolli per arrivare a una semplice ordinanza di ripristino.
Nel frattempo, la perdita d’acqua è diventata una voragine e la sede stradale si è deformata, mettendo a rischio la sicurezza dei residenti.
È la fotografia perfetta della crisi di governo cittadino e tecnico: un Comune che scrive, un’azienda che ignora, e un’amministrazione generale paralizzata tra scaricabarile e comunicati autocelebrativi.
Giuseppe Di Rosa: “L’acqua si perde per strada, ma a perdere è Agrigento”
“Mentre la presidente Nobile pensa a comunicati e passerelle, ad Agrigento si perdono litri d’acqua ogni giorno.
I cittadini fanno la fila alle autobotti, mentre dal Quadrivio Spinasanta a via delle Viole si sprecano risorse che basterebbero a rifornire interi quartieri.AICA e l’amministrazione comunale rappresentano oggi il volto dell’inefficienza pubblica: due enti che si scrivono invece di agire.
L’acqua si perde per strada, ma a perdere, ancora una volta, è Agrigento.”
L’ordinanza 281 segna un punto di non ritorno: il Comune minaccia l’AICA, i cittadini minacciano denunce, e la città affoga – non per troppa acqua, ma per troppa incompetenza.
Mentre si parla di “Agrigento Capitale della Cultura”, le sue strade diventano capitali della dispersione: l’acqua scorre via, e con essa la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.












