Agrigento – Questa mattina Report Sicilia ha documentato come, alla fine, il Comune abbia posato la “lapazza” sul tombino incriminato in viale Emporium, quel punto che secondo molte testimonianze e segnalazioni poteva aver causato la drammatica caduta di Marco Chiaramonti. Ma quel gesto, pur simbolico, non basta: oggi le foto mostrano come anche la segnaletica obbligatoria, che avrebbe dovuto esserci da subito, sia apparsa solo a distanza di 25 giorni dall’incidente.
Dalla “lapazza” alla segnaletica: interventi a macchia di leopardo
Le nuove immagini parlano chiaro:
-
La buca è stata transennata con barriere arancioni e cartellonistica di pericolo, oggi visibili ai passanti.
-
Sono stati collocati cartelli indicanti limite di velocità 30 km/h e 20 km/h, con le tabelle di segnalazione posizionate a circa 20 metri di distanza dalla buca, secondo le norme di sicurezza.
-
Tuttavia, non ci sono tracce di luci notturne di segnalazione, indispensabili per rendere ben visibile l’ostacolo in condizioni di scarsa luminosità o pioggia.
In pratica, ciò che adesso rispetta la conformità normativa e la segnalazione minima, all’epoca dell’incidente non c’era. E questo ritardo non è marginale: è una falla nella tutela della sicurezza.
Il paradosso dell’intervento “dopo la tragedia”
È evidente che l’amministrazione comunale abbia agito solo dopo che un uomo è deceduto in quella strada. Significa che la buca – che a quanto risulta era già segnalata da tempo – non ricevette alcuna attenzione nei giorni precedenti l’incidente. Se da un lato mettere una “lapazza” è un atto semplice, dall’altro attendere 25 giorni per dotare il luogo della segnaletica prevista è una prova di incuria grave quando non di responsabilità.
Inoltre, la mancanza di luci notturne – che avrebbero aiutato a evitare rischi al buio – è un’ulteriore omissione che pesa sul quadro della sicurezza stradale.
Le indagini e quanto resta da chiarire
Le indagini della Procura volgono proprio sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente, su eventuali concause (velocità, condizioni dello scooter, visibilità) e sul nesso causale fra la buca e la caduta di Chiaramonti.
Ma parallelamente, entra in scena un’enorme questione amministrativa: perché l’amministrazione non aveva mai messo in sicurezza quel tratto, anche in presenza di risorse vincolate per la manutenzione delle strade (come denunciato già nel contesto dell’istruttoria regionale attivata su proposta del progetto civico Tutti insieme per una città normale)?
Un filo ancora da seguire
Questo nuovo articolo si collega idealmente a quello di stamattina, che denunciava la posa della “lapazza” come intervento ultimativo, non preventivo. L’azione segnaletica giunta oggi non riscatta il ritardo: al contrario, lo rende ancora più evidente.
Ora più che mai è necessario che il Comune renda pubblici i documenti tecnici, i piani di manutenzione, le segnalazioni pregresse e le motivazioni che hanno impedito un intervento tempestivo. Non basta “mettere una toppa” dopo la morte di un cittadino: serve una risposta istituzionale, trasparente e completa, che ristabilisca fiducia e responsabilità.



