Roma – l’altro Ieri sera al Festival del Cinema di Roma il pubblico ha tributato un lungo applauso a Leandro Picarella, regista agrigentino, per la prima di “Sciatunostro”, film in concorso che ha commosso la platea e conquistato la critica. Una standing ovation meritata per un’opera che è molto più di un racconto cinematografico: è un viaggio dentro l’anima di Linosa, ma anche dentro quella Sicilia più autentica, quella dei silenzi, delle partenze e dei ritorni.

Un film che parla di noi

“Sciatunostro” racconta la storia di Ettore e Giovanni, due adolescenti che vivono la loro ultima estate insieme, in un passaggio di vita scandito dalla fine dell’innocenza e dall’inizio della maturità. Ma la vera protagonista è l’isola, con le sue pietre nere, le berte, il mare che custodisce segreti e la luce che accarezza i volti degli abitanti.
Picarella mescola il linguaggio poetico del cinema con la realtà documentaria, inserendo nel film video originali girati dagli abitanti di Linosa tra gli anni ’80 e i primi 2000, regalando così al pubblico un inestimabile patrimonio di memoria collettiva.

In un’epoca in cui il video è usato per falsificare la realtà, Sciatunostro restituisce la verità delle immagini e dei sentimenti. È un film che resta, che fa venire voglia di partire per Linosa o di tornare a casa. E, soprattutto, che ricorda che le cose davvero importanti “sono quelle che vengono dal cuore”.

Il successo a Roma

Alla prima romana, la sala era gremita, il pubblico ha seguito con emozione ogni scena, e alla fine lunghi applausi hanno abbracciato Picarella, il cast e i tecnici, presenti sul red carpet per un momento di autentico orgoglio siciliano.
Il film ha raccolto commenti entusiastici da parte di critici e addetti ai lavori, confermando il talento di un regista che, negli anni, ha saputo costruire uno stile unico, riconoscibile, lontano dalle mode e dalle logiche commerciali.

Ma dov’è Agrigento?

Ed è qui che nasce la domanda amara: dov’è Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, mentre uno dei suoi figli migliori viene celebrato nella capitale del cinema?
La risposta, purtroppo, è semplice: non c’è.
Agrigento è assente, come lo è stata in questi anni in cui avrebbe dovuto valorizzare le sue eccellenze, promuovere il merito, aprire le porte a chi fa cultura vera.

Proprio quest’anno, nel pieno del suo mandato di “Capitale della Cultura”, la città avrebbe potuto fare di Leandro Picarella un ambasciatore naturale di un progetto autenticamente culturale. E invece ha scelto di allontanarlo.

Il precedente: la fine di “Kinéma”

Solo pochi mesi fa, Report Sicilia raccontava l’addio del festival indipendente “Kinéma”, ideato dallo stesso Picarella, nato come atto d’amore verso Agrigento e divenuto negli anni un laboratorio di cultura cinematografica che aveva portato in città nomi come Letizia Battaglia, Paolo Taviani, Emma Dante, Silvano Agosti e Franco Maresco.
Leggi l’articolo: Kinéma chiude, il festival indipendente abbandona Agrigento: lavorare per la cultura qui è un supplizio

Kinéma rappresentava la vera cultura, quella libera e non piegata alla politica. Ma ad Agrigento, purtroppo, la logica clientelare ha vinto ancora: “Sei disposto a fare il vassallo? Ti diamo una fetta di torta. Sei libero, competente e con la schiena dritta? Non ci servi.”

Nemo propheta in patria

Agrigento continua così a perdere i suoi talenti, respingendo chi non si piega ai giochi di potere e accogliendo chi sa solo distribuire premi e organizzare eventi autoreferenziali.
Eppure, ieri sera a Roma, il nome di Agrigento è risuonato con orgoglio grazie a Leandro Picarella, non per merito della politica, ma per merito dell’arte e del talento.

Il vero fallimento di Agrigento Capitale della Cultura non è nei ritardi o nei progetti incompiuti, ma nell’incapacità di riconoscere e sostenere i propri figli migliori.

Leandro Picarella ha dimostrato che il talento vero non si compra, non si inventa e non si assegnano con una delibera. Nasce dalla sofferenza, dall’impegno, dalla libertà.
Sciatunostro è il simbolo di quella Sicilia che ancora resiste, che crea, che sogna.
E noi, da Agrigento, non possiamo che dire con orgoglio:
Viva Sciatunostro. Viva quelli come Leandro.