Dopo anni di silenzio e totale assenza di sostegno alla cultura reale, il sindaco Francesco Miccichè si congratula con Leandro Picarella per il successo alla Festa del Cinema di Roma. Un riconoscimento tardivo, a soli due mesi dalla chiusura di “Agrigento Capitale della Cultura 2025”.

A volte serve che un talento agrigentino conquisti Roma perché il Comune si accorga della sua esistenza. È il caso di Leandro Picarella, regista di grande sensibilità e autore del film “Sciatunostro”, presentato con successo e applausi alla Festa del Cinema di Roma 2025, nella sezione “Progressive Cinema”.

Dopo l’ovazione della critica e del pubblico, ecco arrivare – puntuale ma tardiva – la nota stampa del sindaco Francesco Miccichè, che così si esprime:

“Si è conclusa ieri la Festa del Cinema di Roma 2025. Con orgoglio mi congratulo con il regista agrigentino Leandro Picarella per la presentazione del suo nuovo film, ‘Sciatunostro’, nella sezione Progressive Cinema. Leandro, con sensibilità e talento, rilancia sullo schermo internazionale la nostra terra, i colori, il carattere e i tesori del Mediterraneo.
‘Sciatunostro’ racconta l’estate di due bambini, Ettore e Giovannino, su un’isola mediterranea sospesa tra giochi, scoperte, memoria e silenzi. Passato e presente si intrecciano in un racconto di crescita, evocativo e universale.
Grazie Leandro: la tua capacità di raccontare storie profonde e universali è motivo di fiera ammirazione per tutti noi.”

Parole nobili, certo. Ma il problema è un altro: dov’era il Comune di Agrigento quando Picarella cercava sostegno per i suoi progetti?
Dov’era il sindaco Miccichè quando la città, proclamata Capitale Italiana della Cultura 2025, avrebbe dovuto valorizzare i suoi veri talenti locali, invece di finanziare eventi effimeri e passerelle politiche?

Picarella, come tanti altri artisti agrigentini, ha trovato altrove la considerazione che la sua città gli ha negato. La sua opera racconta con autenticità la luce e la memoria del Mediterraneo, ma ad Agrigento – la città che avrebbe dovuto essere la culla di questi valori – nessuno lo ha mai invitato a partecipare ad alcun evento ufficiale di “Agrigento Capitale della Cultura”.

E ora, a sei mesi dalla fine del mandato e a due mesi dalla conclusione dell’anno della “Capitale della Cultura”, il sindaco si ricorda di lui, come se bastassero poche righe di circostanza per colmare anni di vuoto culturale e politico.

Agrigento, purtroppo, continua a mostrare la sua doppia faccia: quella che celebra i successi degli altri solo quando diventano utili per l’immagine di chi governa, dimenticando che la vera cultura si sostiene prima, non quando arriva il clamore mediatico.

Con “Sciatunostro”, Leandro Picarella ha restituito al pubblico nazionale e internazionale un frammento poetico della nostra identità.
Agrigento, invece, ha perso ancora una volta l’occasione di dimostrare di essere davvero una città della cultura — non solo di nome, ma di fatto.

“Sciatunostro” conquista Roma: applausi e commozione per Leandro Picarella, il regista che Agrigento ha dimenticato