“Tutto arriva a chi sa aspettare”.
Così scriveva l’8 novembre 2023 il Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, pubblicando sui social un post trionfante in cui ringraziava il Presidente della Regione Renato Schifani per il presunto arrivo di 10 milioni di euro destinati ad “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”.
Il post è ancora lì, pubblico e visibile.
Con tanto di foto celebrative, sorrisi, microfoni, dichiarazioni da annuncio “storico”.
«La somma verrà destinata all’arredo urbano, al decoro e al verde.
Ho iniziato a lavorare a questo progetto sin dai primi giorni di aprile e adesso si vedono i grandi risultati.
Tutto arriva a chi sa aspettare».
Quelle parole, oggi, suonano come un boomerang.
DIECI MILIONI? NE SONO ARRIVATI QUATTRO. E PURE CON I VINCOLI.
La realtà è un’altra, e l’abbiamo documentata più volte:
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dei 10 milioni annunciati ne sono arrivati solo 4 milioni;
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non si trattava di soldi “nuovi”, ma di una riallocazione di fondi già in disponibilità regionale;
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quei fondi non erano affatto “non spendibili”, come successivamente dichiarato dal Sindaco.
Anzi, nel decreto ufficiale, come abbiamo già mostrato e ripetuto con documenti alla mano, era previsto chiaramente l’utilizzo di quelle somme per interventi reali sulla città:
arredo urbano, decoro, manutenzioni, verde pubblico, recupero spazi, illuminazione, tutto ciò che Agrigento avrebbe dovuto mostrare al Paese nel 2025.
MICCICHÈ CAMBIA VERSIONE: “NON SI POTEVA SPENDERE”. MA I DOCUMENTI LA SMENTISCONO.
Quando, dopo mesi di attesa, la città ha chiesto conto degli interventi promessi, il Sindaco ha cambiato registro:
«I fondi non erano utilizzabili per queste opere, non era possibile spenderli per la città».
Peccato che i decreti dicano l’esatto contrario.
Peccato che altre città in situazioni analoghe, con gli stessi strumenti, hanno già appaltato e realizzato opere di arredo urbano e riqualificazione.
Peccato che Agrigento, invece, si è ritrovata a meno di due mesi dal 2025 con:
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marciapiedi distrutti,
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verde pubblico al collasso,
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segnaletica inesistente,
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piazze e quartieri abbandonati,
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strade dissestate,
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servizi inesistenti,
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e una città visivamente impreparata all’evento culturale più importante del suo ultimo mezzo secolo.
LE PROMESSE SONO STATE IL VERO ARREDO URBANO
La narrazione del Sindaco è cambiata nel tempo:
dalla celebrazione, alla giustificazione, fino al silenzio.
L’unica cosa che non è cambiata è la realtà:
di quei soldi, la città non ha visto né “il verde”, né “il decoro”, né “i risultati promessi”.
Sono rimaste:
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le foto con le dita alzate,
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le frasi ad effetto,
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e l’ennesimo invito ad “aspettare”.
Ma Agrigento ha aspettato abbastanza.
Ha aspettato anni.
E oggi non servono più parole.
Basta guardarsi intorno.
Il post dell’8 novembre 2023 è lì, come una cartolina.
Una cartolina che non racconta ciò che è stato fatto, ma ciò che non è stato fatto.
E quella frase finale – “Tutto arriva a chi sa aspettare” – oggi suona come una presa in giro.
Perché Agrigento ha aspettato.
Ma non è arrivato niente.

