Piazza Stazione, spunta una veranda in area vincolata: ennesimo scempio nel cuore del centro storico
Agrigento – Siamo nel novembre del 2025 e Agrigento è da undici mesi Capitale Italiana della Cultura. Ma la città continua a mostrarsi tutt’altro che “capitale” quando si parla di legalità e tutela del patrimonio. si consuma l’ennesimo episodio che lascia sbigottiti cittadini e osservatori: la costruzione di una veranda in acciaio e vetro su un edificio situato in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e urbanistici.
Chiunque conosca quella zona sa che persino per l’installazione delle tabelle toponomastiche, nel 2013, il Comune di Agrigento dovette attendere oltre sei mesi per ottenere il nulla osta della Soprintendenza. Eppure, oggi, in quello stesso luogo, sembra possibile montare una struttura di acciaio e vetro senza che nessuno si accorga di nulla.
A quanto riferito, questa mattina una squadra della Polizia Locale sarebbe intervenuta per effettuare i dovuti accertamenti, ma resta da capire chi abbia autorizzato o tollerato un intervento di tale portata in un’area “Zona A1 – Centro Storico”, soggetta a vincolo paesaggistico e sismico.
La zona: tra vincoli e ordinanze
Già nei mesi scorsi, la stessa area era stata al centro di un caso analogo: la costruzione di un traliccio metallico alto 24 metri su basamento in cemento armato, poi dichiarato abusivo e ordinato alla demolizione con l’ordinanza comunale n. 19 dell’8 agosto 2025, emanata dal Settore V “Territorio e Ambiente” del Comune di Agrigento.
L’atto — che cita espressamente l’art. 33 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), la L.R. 16/2016, l’art. 44 del D.Lgs. 259/2003 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) e l’art. 146 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali) — ricorda come ogni opera, anche temporanea, in area tutelata debba essere preventivamente autorizzata da:
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Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali;
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Genio Civile di Agrigento;
- oltre che dal Comune di Agrigento, settore Urbanistica.
In particolare, la Soprintendenza di Agrigento, con nota n. 7342 del 23 luglio 2025, aveva precisato che “agli atti non risulta alcuna autorizzazione rilasciata” e che “per opere di tal genere era necessario un nulla osta ai sensi dell’art. 146 del D.Lgs. 42/04”, richiamando anche la sentenza del C.G.A. n. 00894/2023.
Dove sono i controlli?
Dopo l’ordinanza di demolizione del traliccio, si sperava che l’area tornasse sotto stretta vigilanza. E invece, a distanza di pochi mesi, si assiste a una nuova installazione che desta più di una perplessità.
Se per un semplice cartello stradale occorrono pareri e mesi di istruttoria, come è possibile che una veranda in pieno acciaio e vetro possa essere montata in pieno centro storico, a due passi dalla stazione e dal Palazzo delle Poste, senza che nessuno intervenga?
A questo punto, la domanda è inevitabile: chi controlla le trasformazioni del centro storico di Agrigento?
Di Rosa: “O si agisce o ci arrendiamo all’illegalità”
Sul posto, allertato dai residenti, è arrivato Giuseppe Di Rosa, portavoce del progetto “Tutti Insieme per una Città Normale”, che da anni denuncia abusi e mancanze di controllo.
“Dopo la vicenda della Villa del Sole e del traliccio RFI, oggi assistiamo a un altro episodio che conferma l’assenza di sorveglianza e legalità. Ci dicono che la Polizia Locale sia intervenuta, e aspettiamo i risvolti. Ma se in questa città ormai si può fare di tutto, allora ci arrendiamo — aspetteremo che un Procuratore della Repubblica riporti Agrigento nella legalità, fuori dalla gestione di questi ultimi anni che è tutt’altro che trasparente.”
Il caso sarà seguito da Report Sicilia, che chiederà ufficialmente al Comune di Agrigento, alla Soprintendenza ai Beni Culturali e al Genio Civile di chiarire se per l’opera in corso sia stato richiesto o rilasciato alcun titolo autorizzativo.
Nel frattempo, resta l’ennesima ferita aperta nel volto di una città che, pur fregiandosi del titolo di Capitale della Cultura, sembra ogni giorno più lontana da un’idea di cultura della legalità.

