Agrigento – Non siamo al mare, ma al Viale della Vittoria, una delle vie più centrali della città. Eppure, l’immagine parla chiaro: ombrelloni da spiaggia, coperte, tavoli e sedie trasformano il marciapiede e l’area pubblica in un vero e proprio accampamento permanente.
L’estate è finita da un pezzo, ma ad Agrigento la spiaggia si è spostata in centro.
Uno scenario surreale che passa inosservato agli occhi di chi dovrebbe vigilare, mentre i cittadini assistono impotenti alla continua violazione delle regole.
Non è la prima volta che accade. Da tempo, diverse aree pubbliche sono diventate zone franche dove tutto è concesso, in un clima di totale abbandono e di assenza di controlli reali.
Il paradosso è evidente: Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, si ritrova a fare i conti con l’immagine di una città trasformata in un bazar a cielo aperto, dove la legalità sembra un concetto astratto.
Come abbiamo già denunciato nel nostro precedente articolo – “Polizia Locale di Agrigento, il vigile troppo rigoroso spostato in ufficio” – il problema non è solo la mancanza di controlli, ma anche la gestione interna e le pressioni politiche che paralizzano il corpo di Polizia Locale.
Ad Agrigento si continua a fare la guerra solo a chi non porta sostegno elettorale, mentre si chiudono entrambi gli occhi davanti a chi gode di protezioni e “amicizie giuste”.
La città della Cultura rischia di diventare, ancora una volta, la città dell’illegalità tollerata.

