Aula Sollano, 11 novembre 2025.
Il Consiglio comunale di Agrigento approva – ma solo in seconda battuta e con il minimo indispensabile – il Programma triennale delle opere pubbliche 2025-2027 e l’elenco annuale 2025. Un atto strategico, fondamentale per la vita amministrativa della città, votato in un clima politico surreale: opposizione assente, aula dimezzata, sindaco presente ma incapace di garantire un consenso politico degno di una città che si fregia del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025.

La votazione: otto voti appena, dopo il mancato numero legale

Al primo tentativo la seduta viene sospesa per mancanza del numero legale: un segnale gravissimo per un atto propedeutico al bilancio e al funzionamento dell’intera macchina amministrativa.

Alla seconda chiama, con il rientro di alcuni consiglieri, si registrano:

  • 13 presenti

  • 8 favorevoli(Cacciatore, Nobile, Vullo, Settembrino, Vaccarello, Fontana, Costanza Scinta)

  • 3 astenuti(Cirino, La Felice, Bongiovì)

  • 2 contrari(Gramaglia e Burgio)

Una maggioranza risicata, imbarazzante, che approva il piano solo grazie alla presenza in aula del sindaco Francesco Miccichè, che tuttavia non riesce a portare neppure una parte consistente del suo schieramento.

Per una città in emergenza su tutti i fronti – acqua, mobilità, manutenzioni, impianti, crolli, contenziosi, dissesto amministrativo – è un dato che parla da solo.

Opposizione completamente assente

Ancora più grave è l’assenza totale dell’opposizione, che sceglie la via del disimpegno proprio nel momento in cui sarebbe stato necessario esercitare un controllo serrato su un piano che vale oltre 60 milioni di euro.

Un’assenza che diventa corresponsabilità: lasciare l’aula significa lasciare il controllo politico nelle mani di una maggioranza già debole e frammentata.

Gli interventi che hanno smontato il piano: Piparo, Spataro e Alfano

Prima del voto, tre interventi hanno messo a nudo le contraddizioni dell’amministrazione Miccichè e del piano triennale.


Il consigliere Piparo: “Finanziamenti vecchi, opere ferme da anni e progetti incompleti”

Il consigliere Gerlando Piparo, intervenendo sugli ipogei, ha evidenziato come alcuni interventi poggino su finanziamenti del 2009 mai utilizzati, privi di progettazione concreta e ancora in fase embrionale nonostante il rischio strutturale del sottosuolo agrigentino.

Una fotografia impietosa dell’incapacità amministrativa nel gestire il tema della sicurezza urbana.


Il consigliere Spataro: “Piano distorto, opere già eseguite inserite solo oggi – rischio falso in atto pubblico”

Durissimo l’intervento del consigliere Pasquale Spataro, che ha smontato la credibilità dell’intero piano:

  • inserimento nel piano di opere già eseguite o in stato avanzato, come il cosiddetto “nuovo parcheggio di via Empedocle”, definito da Spataro «una semplice manutenzione spacciata per parcheggio inesistente»;

  • totale incapacità di pianificare parcheggi veri, come quello ormai storico – e fantasma – del Piazzale Rosselli, lasciato marcire per cinque anni;

  • consumo di suolo a favore di asili nido costruiti “dove non servono”, mentre si ignorano bandi regionali per la tutela del sottosuolo;

  • fallimento colossale del progetto Agenda Urbana, depotenziato e ridotto a briciole rispetto agli obiettivi iniziali.

Spataro ha parlato apertamente di “atto da riscrivere” e ha evocato possibili profili di illegittimità nella rappresentazione di opere già realizzate come programmazione futura.


Il consigliere Alfano: “Museo Civico abbandonato e ritardi inspiegabili”

Il consigliere Francesco Alfano ha riportato l’attenzione sul disastro del Museo Civico, struttura strategica nel cuore della città e mai aperta nonostante i finanziamenti già disponibili.

Alfano ha ricordato:

  • lavori iniziati nel 2020 e mai collaudati per l’assenza degli allacci;

  • problemi strutturali ai muri perimetrali noti da almeno tre anni e ancora irrisolti;

  • investimenti che vengono spostati al 2027, con Agrigento che chiude l’anno da Capitale della Cultura senza aver restituito alla città la pinacoteca cittadina.


La responsabilità politica dei consiglieri: l’atto più importante votato da una maggioranza fantasma

La seduta di ieri certifica un fatto fondamentale:
la città di Agrigento è ostaggio di un Consiglio comunale incapace di assumersi responsabilità politiche reali.

I numeri parlano da soli:

  • Opposizione assente

  • Maggioranza inesistente, che porta a casa la votazione per miracolo e solo al secondo tentativo

  • Sindaco presente in aula ma incapace di garantire compattezza

  • Un piano da 61 milioni di euro approvato con appena 8 voti

Una pagina nera per la democrazia locale, che conferma quanto sosteniamo da mesi:
la mala gestione non è solo dell’amministrazione, ma anche di chi in aula dovrebbe vigilare, controllare, opporsi o approvare con cognizione di causa.

Il Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2025-2027 è stato approvato, sì.
Ma senza consenso, senza dibattito politico vero, senza numeri e senza visione.

Una città allo sfascio non può permettersi un Consiglio comunale assente o timoroso.

Agrigento merita molto di più.