C’è un punto preciso della seduta consiliare che, più di ogni altro, ha fatto crollare il castello già costruito dalla Giunta: l’intervento del consigliere Simone Gramaglia.
Un intervento tecnico, puntuale, ineccepibile. Ma soprattutto devastante.
Perché in quelle parole è stato finalmente detto, in Aula e davanti alla città, ciò che noi denunciamo da mesi:
la Giunta aveva già impostato – e probabilmente già deciso – a chi consegnare per trent’anni il cimitero di Piano Gatta.
Non è un’interpretazione.
È ciò che emerge dalla struttura stessa degli atti.
Quando la Giunta decide prima del Consiglio: l’illegittimità politica che nessuno voleva ammettere
La delibera di Giunta n. 57 del 3 aprile 2025 – richiamata impropriamente nella proposta – non era una “presa d’atto tecnica”, come qualcuno ha provato a far passare.
Era l’imprinting, il timbro politico, l’atto di indirizzo mascherato.
La Giunta aveva già avallato un progetto di finanza “preconfezionato”, cucito su misura, che il Consiglio avrebbe dovuto solo ratificare.
Un atto, è bene ribadirlo, illegittimo nella sostanza, perché la legge è chiarissima:
la scelta della forma di gestione di un servizio pubblico spetta solo ed esclusivamente al Consiglio comunale (art. 42, comma 2, TUEL).
Non alla Giunta.
Non ai dirigenti.
Non agli “uffici”.
Solo al Consiglio.
Ecco perché l’intervento di Gramaglia è stato una bomba politica.
Ha messo a verbale ciò che la Giunta sperava rimanesse tra le righe.
Un castello di carte già pronto: ditta, project financing, modalità, tempistiche
Chi conosce la macchina amministrativa lo ha capito subito:
la struttura del provvedimento non era quella di un atto “aperto”, da discutere, limare, valutare.
Era un progetto finalizzato, già impacchettato.
La parte tecnica era già predisposta.
Il project financing già strutturato.
Gli standard indicati già combaciavano con una specifica tipologia di operatore.
E la tempistica impressa appariva chiaramente orientata ad arrivare alla gara prima della fine del mandato.
Lo diciamo senza paura:
questa amministrazione aveva già scelto a chi affidare i prossimi 30 anni del cimitero di Piano Gatta.
E cercava solo il timbro finale del Consiglio.
Perché adesso? Perché a 5 mesi dalla fine? La risposta è semplice
Un’amministrazione a fine corsa non può prendere decisioni strategiche.
La legge parla chiaro: ordinaria amministrazione, non scelte che vincolano chi verrà dopo.
Allora perché tutta questa fretta?
Perché la corsa folle verso un affidamento trentennale?
La risposta sta nella storia che da mesi raccontiamo su Report Sicilia:
– fondi vincolati mai utilizzati (372mila €)
– manutenzione abbandonata
– degrado programmato
– salme in deposito, viali pericolosi, orari assurdi
– gara pubblicata quando il cimitero era al collasso
Un cimitero ridotto allo stremo diventa il perfetto biglietto da visita per i privati.
Il cittadino esasperato guarda il disastro e dice: “Meglio che lo gestisca qualcuno che ci mette mano”.
Ed ecco costruito il clima ideale per la grande esternalizzazione.
La politica del “creo il problema e poi privatizzo la soluzione”
Quella che molti chiamano “gestione fallimentare” io la definisco per nome:
strategia politica.
È accaduto su acqua, rifiuti, verde pubblico.
Oggi lo vediamo sul cimitero.
Si abbandona il servizio, si crea emergenza, si esaspera la gente.
E poi si arriva con la “soluzione” già pronta: il privato che salva tutto.
Peccato che a salvarsi non siano mai i cittadini, ma chi costruisce queste operazioni.
Il Consiglio, grazie a Gramaglia, ha smascherato il piano. Adesso nessuno può far finta di non sapere
L’emendamento del consigliere Simone Gramaglia non è solo un atto tecnico.
È uno spartiacque politico.
Ha riportato la discussione dentro la legalità.
Ha strappato il velo a un’operazione che sembrava già definita.
Ha messo il Consiglio davanti alle proprie responsabilità:
non si può approvare un affidamento trentennale costruito dalla Giunta a fine mandato.
Chi voterà questa delibera
saprà esattamente cosa sta votando
e soprattutto per chi.
E chi non la voterà
dimostrerà di avere rispetto per la città, per la legge e per il mandato che ha ricevuto.
Noi andiamo avanti: Piano Gatta non sarà svenduto
Il movimento Tutti Insieme per una Città Normale continuerà a vigilare, denunciare e informare.
Il cimitero di Piano Gatta non può essere consegnato a un privato per trent’anni da un’amministrazione che tra pochi mesi non esisterà più.
Noi crediamo in un’altra strada:
una gestione pubblica efficiente, moderna, trasparente, affidata alla futura “Patrimonio Agrigento”, la società pubblica che nascerà proprio per amministrare, proteggere e valorizzare il patrimonio comunale, cimiteri inclusi.
Non permetteremo che altri costruiscano il loro futuro sulle spalle della città.
E questa volta — grazie anche al lavoro serio di consiglieri come Simone Gramaglia — il castello costruito in silenzio non passerà.

